Donne informate sui fatti [2]

Fruttero, Carlo (2006). Donne informate sui fatti. Milano: Mondadori. 2006.

Bloccato nella torrida bassa padana, sopra i 35 °C, con un tasso di umidità degno di Calcutta e un’interessante nuova specie di zanzara, la coreana, che riempie voracemente la nicchia ecologica del crepuscolo lasciata libera dalla vecchia cara Culex pipiens (notturna) e la zanzara-tigre (diurna) – ah, l’efficienza della globalizzazione! – ho riletto con piacere questo romanzo di Fruttero. Se devo essere del tutto onesto, non mi ricordavo bene se a suo tempo l’avessi finito, e soprattutto non ricordavo di averlo recensito su questo blog. Devo ricordarmi gli anti-ossidanti, perché ho evidentemente le sinapsi arrugginite.

La rilettura mi ha comunque consentito di godermi la capacità mimetica di Fruttero nel parlare con la voce delle diverse protagoniste.

La migliore amica: “La verità? La verità è per pochissimi, cara mia. Tutti gli altri, tutti noi che siamo qui a vagolare nella valle di lacrime, dobbiamo contentarci di mezze verità, quarti di verità, spicchi di mandarino di verità”. [164]

La carabiniera: “Un autobus frenò come se dovesse rendere l’anima al dio degli autobus, un lungo soffio d’agonia”. [185]

Colchico autunnale

Wikipedia

Ho trovato particolarmente godibile l’unico intervento della vecchia contessa un po’ svagata, che cerca di ricordare – oltre a elementi essenziali per la vicenda narrata – una bellissima poesia di Apollinaire, Les colchiques.

Le pré est vénéneux mais joli en automne
Les vaches y paissant
Lentement s’empoisonnent
Le colchique couleur de cerne et de lilas
Y fleurit tes yeux sont comme cette fleur-la
Violatres comme leur cerne et comme cet automne
Et ma vie pour tes yeux lentement s’empoisonne

Les enfants de l’école viennent avec fracas
Vêtus de hoquetons et jouant de l’harmonica
Ils cueillent les colchiques qui sont comme des mères
Filles de leurs filles et sont couleur de tes paupières

Qui battent comme les fleurs battent au vent dément

Le gardien du troupeau chante tout doucement
Tandis que lentes et meuglant les vaches abandonnent
Pour toujours ce grand pré mal fleuri par l’automne

La traduzione di Vittorio Sereni (poeta a sua volta):

Il prato è velenoso ma leggiadro in autunno
Le mucche pascolandolo piano piano s’intossicano
Lì il colchico fiorisce colore d’ombra lilla
Ombrati di viola come questo autunno
A un fiore come quello i tuoi occhi assomigliano
E per loro piano piano la mia vita s’intossica

Chiassosi e infagottati i bambini di scuola
Arrivano soffiando nelle armoniche
A cogliere i colchici somiglianti alle mamme
Figlie di figlie identiche e del medesimo colore
Delle tue palpebre inquiete come al vento folle i fiori

Canta un canto sommesso il guardiano del gregge
E lente le mucche lasciano muggendo
Per sempre il grande prato mal fiorito d’autunno

È in questa poesia, appena accennata nelle pagine del libro, la chiave del romanzo. E già, perché la voce della vecchia contessa, che compare una sola volta ma in modo decisivo, è chiaramente la voce dell’autore. E il vecchio Fruttero, sorridendo di nascosto nell’autunno della vita, ci sta dicendo che il suo bel florilegio di donne è un prato velenoso (ancorché primaverile). Stia attento, il marito della bidella, con la sua insalata di campo …

Pubblicato su Recensioni. 1 Comment »

Una Risposta to “Donne informate sui fatti [2]”

  1. Dante e la carta igienica « Sbagliando s’impera Says:

    […] la televisione molto di rado. Ma – come ho scritto in un post di alcuni giorni fa – sono bloccato nel cuore della pianura padana con temperature che superano […]


Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.