D’Ippoliti-Roncaglia – L’Italia: una crisi nella crisi

Per comprendere meglio che cosa è successo, che cosa sta succedendo, che cosa potrebbe succedere ancora e qualche suggerimento su come venirne fuori, suggerisco di leggere questo bell’articolo di Carlo D’Ippoliti e Alessandro Roncaglia uscito su Moneta e Credito [vol. 64 n. 255 (2011), 189-227]. Non è una lettura facile, ma nemmeno questi tempi lo sono.

L’Italia: una crisi nella crisi | Insight

[…] la speculazione finanziaria ha scelto gli spread sul debito pubblico
dei paesi dell’area dell’euro, e non gli altri, come obiettivo operativo
intermedio per una scommessa di carattere più generale, relativa alla
solidità dell’euro in quanto moneta sovranazionale […]

La cosa poteva essere facilmente prevista: se non sono più possibili le
speculazioni sui cambi tra le valute dei vari paesi dell’Unione Europea,
assumendo che tali paesi mantengano un andamento non convergente nel
tempo, le tensioni sono destinate a scaricarsi sulla valutazione di solidità
dei titoli del debito pubblico dei vari paesi, quindi sugli spread.

[…]

Come notava già Keynes riguardo al sistema di Bretton Woods, un
sistema a cambi fissi (e a maggior ragione un’unione monetaria) che lasci
tutto il peso della correzione degli squilibri macroeconomici sui soli paesi
in deficit è prono alla deflazione e difficilmente genera piena
occupazione, sia nei paesi in surplus sia in quelli in deficit. Dunque, la
strategia di uscita dalla crisi dell’euro dovrebbe consistere nel rilancio
della crescita economica, con strumenti di politica attiva a livello
continentale (iniziando dai cosiddetti eurobond e dalla realizzazione di
progetti europei di infrastrutture, oltre che da una politica monetaria che
persegua, come la Fed, sia la stabilità dei prezzi sia la piena occupazione
e non il primo obiettivo soltanto, come invece prevede l’attuale statuto
della BCE). Dovrebbe invece essere limitata allo stretto indispensabile
l’imposizione di misure di austerità, rinunciando all’imposizione di rigide
tabelle di marcia per la riduzione del debito in proporzione del PIL. Tali
misure, peraltro, difficilmente potranno garantire la solvibilità di alcuni
paesi (come la Grecia) o la sostenibilità del debito di altri […]

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