Coe, Jonathan (2013). Expo 58. London: Penguin. 2013. ISBN: 9780241966914. Pagine 288. 10,99 €

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A una categoria nuova: quella del libro insignificante. Alla categoria della tiepidezza:
All’angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi: «Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: “Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.”» [Apocalisse, 3, 14-16]

L’acquedotto di Laodicea, che trasportava acqua tiepida (torraccia.net)
Certo, Coe ha fatto tutti i compiti a casa: si è fatto intervistare dalla radio belga sull’Atomium, ha scritto il libro in una residenza fiamminga all’interno di un programma governativo di ospitalità per artisti, ha raccolto le memorie di una hostess all’Expo, ha consultato in biblioteca materiali dell’epoca (ivi inclusi Sputnik e le memorie di James Gardner, l’architetto del padiglione inglese), si è basato sul calendario ufficiale degli eventi, ha seguito la storia del pub Britannia durante e dopo l’esposizione … Ne è uscito un romanzo assolutamente insipido: e che altro vi potevate aspettare? a parte il fatto che il Belgio non è la location più eccitante del mondo, la vicenda è veramente debole, i personaggi di carta velina, l’umorismo frizzante come lo spumante la sera del 1° gennaio.
domenica, 3 agosto 2014 alle 10:46
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