Per il Sabatini-Coletti (per gentile concessione del corriere.it) sta per “confuso, macchinoso” ed è attestato dal secolo XVI.
Per il Vocabolario Treccani significa “fatto di tanti elementi accostati o ammassati insieme in modo disordinato, avviluppato, confuso: un racconto farraginoso; erudizione farraginosa; farraginosi volumi di privati ed oscuri interpreti (Beccaria). ” Sono attestati anche, oltre all’avverbio farraginosamente (“in modo farraginoso”), il sostantivo farràgine (il cui significato principale è: “moltitudine confusa di cose (o persone) disparate”) e il desueto verbo farraginare (“mescolare, confondere disordinatamente”).
Quello che non sapevo, e ho trovato abbastanza curioso da volerlo condividere con voi, è che questi termini derivano da farro, il cereale di cui sono appassionati i natural-chic. La latina farraginem (far, “farro” + aginem, suffisso che significa “correlato a”) era un miscuglio di biade diverse seminate a tutto campo e usate per alimentare il bestiame alla fine dell’inverno e all’inizio della primavera. Il termine è attestato, con piccole varianti, anche in provenzale, catalano e portoghese. Il farro, a sua volta, è il più antico dei cereali per alimentazione umana e – nonostante la radice sia incerta – è apparentato con le parole italiane farina e fertile e l’inglese barley (“orzo”, dove la b- iniziale è caduta, ma l’etimologia è la stessa). E, anche se non ne ho trovato le prove e se la ricetta più comune si fa con l’avena e non con l’orzo, anche il porridge ha la stessa radice: mi sembra una pappetta abbastanza farraginosa, no?