Il senso di Montecristo per la scienza

Sto leggendo Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas, romanzo celebrato e prototipo del page turner, ma anche soffitta piena di stracci e di tesori, che la tira insopportabilmente per le lunghe, trionfo della divagazione più o meno a sproposito (lo dice anche Umberto Eco, ricordandoci che l’autore era pagato un tanto a rigo).

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Tra le divagazioni ho trovato anche questa opinione sul contributo della scienza alla società che, secondo me, la dice lunga sul posto che essa aveva nel fatuo bel mondo parigino dei tempi di Luigi Filippo:

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La musica fa riemergere i ricordi nel cervello lesionato

Uno studio di Amee Baird and Séverine Samson pubblicato su Neuropsychological Rehabilitation esamina quelle che gli autori definiscono “memorie autobiografiche evocate dalla musica” (MEAM – music-evoked autobiographical memories) in pazienti con lesioni cerebrali acquisite.

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She Belongs to Me

Una bellissima canzone d’amore di Bob Dylan, dedicata (pare) a Joan Baez.

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Grillotalpa

Da bambino avevo una paura dannata degli insetti. Più ancora che degli insetti, dei ragni.

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Il parco avventura e il giudice di Berlino

Molti conoscono l’esclamazione «Ci sarà pure un giudice a Berlino» e sanno che viene utilizzata per invocare la protezione della giustizia a favore di un cittadino sottoposto ai soprusi dei potenti di turno. Pochi conoscono l’origine della frase, a volte attribuita a Bertolt Brecht (ma nelle sue opere non ho avuto modo di trovarla), a volte riferita a una vicenda di cui sarebbe stato protagonista Federico il Grande di Prussia (e qui siamo decisamente un po’ più vicini alla verità).

Prima di raccontare questa storia (anche se non è esattamente uno scoop) vi devo dire perché mi è tornata in mente la frase, durante una delle mie passeggiate all’Eur. Se siete miei lettori abituali, forse ricorderete la mia tirata contro il parco avventura dell’Eur (eurpark.it); se non ve ne ricordare, poco male: il post è qui. A pochi mesi dall’apertura, il parco è sotto sequestro.

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Philippe Georget – In autunno cova la vendetta

Georget, Philippe (2012). In autunno cova la vendetta (trad. Silvia Manfredo). Roma: e/o. 2013. ISBN 9788866323372. Pagine 444. 12,99 €

Non sono un lettore di gialli, in genere. Soprattutto, non sono un buon lettore di gialli. Talvolta mi faccio convincere da una curiosità, da una recensione o da una persona entusiasta (e di cui mi fido). Spesso resto deluso. Anzi, la cosa è così frequente che non ho praticamente più dubbi: il problema è mio. È un problema di domanda, non di offerta.

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Somiglianze di famiglia o soltanto coincidenze? Donovan, Guccini e i Procol Harum

Delle somiglianze di famiglia (Familienähnlichkeiten) nell’accezione wittgensteiniana abbiamo già parlato seriosamente qui.

Adesso ne parliamo giocosamente, senza sapere se le somiglianze siano casuali, oppure implichino un plagio e semplicemente una “suggestione” più o meno inconscia, o se discendano da una radice letteraria comune …

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Cominciamo ascoltando con  attenzione.

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Albert-László Barabási – Bursts: The Hidden Pattern Behind Everything We Do

Barabási, Albert-László (2010). Bursts: The Hidden Pattern Behind Everything We Do. London: Dutton. 2010. ISBN 9781101428429. Pagine 323. 19,34 $

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Letto subito dopo la sua uscita, nella primavera-estate del 2010, ma poi non recensito.

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Wagner e la termodinamica [La decrescita felice 2]

Un’accusa frequente a chi si riconosce in una visione naturalistica dell’universo è che un approccio scientifico e razionale impoverisce la vita, privandola delle dimensioni delle emozioni e dei sentimenti. Non per sparare sulla Croce rossa, ma il primo esempio che viene in mente, qui e ora, è il Gramellini che se la prende con gli algoritmi:

La dittatura dell’algoritmo è l’ultimo rifugio di un certo tipo di persone, per lo più maschi intellettuali con il cuore a forma di granchio e gli occhi a forma di dollaro, che non riuscendo più a sentire niente si illudono di domare le loro insicurezze con una serie di algide formulette attinte dalla marea di dati personali che le nuove tecnologie mettono a disposizione. [Massimo Gramellini, “Abbasso gli algoritmi“, La Stampa del 6 novembre 2013; lo stesso Gramellini ha poi fatto una parziale marcia indietro]

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Invece, a me pare che le emozioni più profonde vengano da quella comprensione dei fenomeni che (a parer mio, va da sé) soltanto la scienza sa offrire.

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Cukier-Schönberger – Big Data: A Revolution That Will Transform How We Live, Work and Think

Cukier, Kenneth & Viktor Mayer-Schönberger (2013). Big Data: A Revolution That Will Transform How We Live, Work and Think. London: John Murray. 2013. ISBN 9781848547933. Pagine 257. 12,99 €

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Non si parla altro che di big data. E come spesso accade per le mode, se ne parla per lo più a sproposito. Questo è un tentativo piuttosto serio di esaminare diversi aspetti del fenomeno big data senza eccessi né nella direzione dell’entusiasmo né in quella dell’allarmismo.

È un libro molto importante, soprattutto per chi opera professionalmente nei campi della statistica, dell’economia, della sociologia e delle analisi quantitative: perché – al di là della fuffa – i big data cambiano radicalmente il mondo dell’analisi dei dati. O gli statistici (e gli uffici pubblici di statistica) cambiano radicalmente il loro modo di pensare e di operare, o saranno condannati all’irrilevanza. Capire come funzionano i big data è la chiave per comprendere il mondo in cui viviamo oggi. Niente di più, niente di meno.

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