Molti sanno che a 22 anni Charles Darwin fece il giro del mondo a bordo di un brigantino della Marina militare inglese, l’HMS Beagle. Non fu esattamente un anno sabbatico: Darwin, di buona famiglia borghese, si era già laureato a Cambridge e fu prescelto come naturalista di bordo per quella che era a tutti gli effetti una spedizione di esplorazione scientifica. Durante il viaggio – durato cinque anni e documentato da Darwin nel suo The Voyage of the Beagle, pubblicato nel 1939 (nella collana I Millenni di Einaudi c’è la bella traduzione di Mario Magistretti, intitolata Viaggio di un naturalista intorno al mondo) – Darwin sviluppò le prime idee sull’evoluzione.
Comandante della nave era il capitano Robert FitzRoy, che aveva solo qualche anno più di Darwin. Di ritorno dal viaggio, FitzRoy fece una bella carriera: fu deputato e anche governatore della Nuova Zelanda. Nel 1850 si ritirò da servizio attivo e divenne membro della Royal Society.

Nel 1854 fu nominato capo di una struttura di nuova istituzione, che sarebbe poi diventato l’Ufficio meteorologico. Aveva tre collaboratori. Perfezionò le tecniche di previsione basate su strumenti e dati scientifici, stabilì una rete di 15 osservatori collegati con il telegrafo e inventò il termine “previsioni del tempo” (weather forecast).
Nel 1861 The Times iniziò a pubblicare quotidianamente le previsioni preparate dall’ufficio di FitzRoy. Nasceva ufficialmente l’ossessione britannica per il tempo.
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