Che cosa hanno in comune la moneta statunitense (e non solo), il più famoso formaggio svizzero e il nostro sfortunato vicino del paleolitico?
Hanno in comune la parola tedesca Tal, “valle”, che a sua volta deriva dalla radice proto-indoeuropea *dhel-, “avvallamento, depressione” (hanno la stessa origine e lo stesso significato l’inglese dale e il russo dol).

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Il formaggio Emmental (più propriamente Emmentaler) si chiama così perché originario (la sua è una DOP, cioè una denominazione d’origine protetta) della Emmental, cioè della valle del fiume Emme, nel cantone di Berna.

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L’uomo di Neandertal (o Neanderthal, Homo Neanderthalensis, ma è una piccola inesattezza fossilizzatasi nella terminologia scientifica) , invece, deve il suo nome alla circostanza che i primi resti fossili furono scoperti da Johann Fuhlrott nell’agosto 1856 in una grotta di Feldhofer nella valle di Neander in Germania. Questa, a sua volta, prende il nome dalla traduzione in greco antico del cognome dell’organista e pastore Joachim Neumann (Neu Mann = Uomo Nuovo), cui i suoi concittadini di Düsseldorf avevano intitolato la piccola valle.

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E il dollaro? Tutto comincia abbastanza prevedibilmente dalla deformazione del tedesco thaler, parola forse portata negli Stati Uniti dall’immigrazione dalla Germania e dall’Europa del nord. In particolare, si chiamava tallero, in epoca relativamente moderna (1857-1873), una moneta d’argento da 3 marchi. In precedenza, era la denominazione del Guldengroschen, moneta in argento con valore pari al fiorino d’oro, coniata, a partire dal 1518, con l’argento proveniente da una ricca miniera della Valle di San Gioacchino nel nord-ovest della Boemia. Joachimstaler significa dunque soltanto “la cosa della valle di S. Gioacchino”, come il formaggio significa “la cosa della valle dell’Emme.” Prosaico, come si conviene al danaro.