Detta così, è un’enorme banalità, ma l’articolo che segnalo (The one thing all confident people know – Quartz) va un po’ più in là.
L’autore, Mark Manson, argomenta così:
- Essere sicuri di sé non ha a che fare con qualche cosa che si ha (un sacco di amici, un milione di euro, un fisico spettacolare) ma con la propria percezione di sé stessi.
- Se essere sicuri di sé non è legato al possesso di qualche cosa di tangibile, aumentare o diversificare le cose materiali di cui si è in possesso non migliora l’autostima. Anzi, a volte può peggiorare la situazione.
- La sicurezza di sé è uno stato interiore.
- Ma non è la sensazione di avere tutto quello che ci può servire, adesso e in futuro. Questa sensazione porta a un insopportabile narcisismo: quello dei selfie, per capirsi, o della firma sulle pietre del Colosseo.
- Essere sicuri di sé è la sensazione di poter sopravvivere e convivere con il mancato raggiungimento di un obiettivo, di potercela fare con le nostre risorse anche in caso di fallimento.
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