Napoleone aveva una grande passione per gli uomini di scienza e fu tra i primi a cogliere le potenzialità della statistica per il governo (autoritario) dello Stato.

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Laplace, dal canto suo, aveva una straordinaria capacità di voltare gabbana, politicamente parlando: figlio di piccoli proprietari terrieri, fu fervente repubblicano durante la rivoluzione, ma si mise poi al servizio di Napoleone che nel 1799 lo nominò ministro dell’interno.

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Laplace durò nella carica soltanto 6 settimane. Questa la motivazione del licenziamento, vergata dallo stesso Napoleone. Che serva di lezione a tutti noi tecnici e scienziati, quando ci viene la tentazione di darci alla politica:
«Géomètre de premier rang, Laplace ne tarda pas à se montrer administrateur plus que médiocre; dès son premier travail nous reconnûmes que nous nous étions trompé. Laplace ne saisissait aucune question sous son véritable point de vue: il cherchait des subtilités partout, n’avait que des idées problématiques, et portait enfin l’esprit des ‘infiniment petits’ jusque dans l’administration.»
«Matematico di prima categoria, Laplace non ha tardato a dimostrarsi un amministratore più che mediocre; dal suo primo lavoro noi abbiamo subito compreso che ci eravamo sbagliati. Laplace non coglieva alcuna questione sotto il suo giusto punto di vista: cercava delle sottigliezze ovunque, aveva solo idee problematiche, e infine portava lo spirito dell'”infinitamente piccolo” perfino nell’amministrazione.»
Consoliamoci pensando che, nonostante questa disavventura, Napoleone continuò ad apprezzarne il valore come matematico e nel 1806 lo nomino conte dell’impero. Laplace sopravvisse alla grande anche alla restaurazione borbonica, riuscendo a diventare marchese nel 1817.