L’Italian Journal of Anatomy and Embryology – organo ufficiale della Società italiana di anatomia e istologia – pubblica nel suo ultimo numero (2-2011) un articolo che ha tra i suoi autori il controverso prof. Peter Duesberg della University of California di Berkeley, famoso per sostenere la tesi che non è il virus HIV a causare l’AIDS. L’articolo, intitolato “AIDS since 1984: No evidence for a new, viral epidemic – not even in Africa“, può essere liberamente letto e scaricato (e questo ci fa sempre piacere). La tesi di fondo è che non c’è un’epidemia di HIV-AIDS neppure in Sudafrica e che le terapie con farmaci anti-retro-virali (ARV) sono inefficaci.

nature.com / Siggi Sachs
La pubblicazione dell’articolo nella rivista italiana ha provocato le clamorose dimissioni di uno dei membri del comitato editoriale, la prof.ssa Klaudia Brix dell’Università Jacobs di Brema, e le proteste di altri membri del comitato.
Una prima versione del paper di Duesberg era stato pubblicato nel 2009 dalla rivista Medical Hypotheses (Elsevier editore), che all’epoca non sottoponeva gli articoli da pubblicare a una peer review, ma soltanto alla scelta del comitato editoriale. Dopo la pubblicazione, però, la comunità degli scienziati impegnati sulla ricerca sull’AIDS protestò, sostenendo che le tesi dell’articolo avrebbero potuto avere effetti negativi sulla prevenzione e la cura della sindrome. Elsevier ritirò l’articolo e istituì una politica di peer review per la rivista Medical Hypotheses.
Anche l’Italian Journal of Anatomy and Embryology adotta una politica di peer review, ma pare che nel caso dell’articolo in questione il paper sia stato esaminato da un solo revisore esterno, oltre che personalmente dal direttore scientifico della rivista, il prof. Paolo Romagnoli dell’Università di Firenze.
Io ammetto di sapere ben poco della materia e della controversia, ma poiché sono un tipo sospettoso, la circostanza che tra gli autori dell’articolo ci sia un altro professore di Firenze, Marco Ruggiero, un po’ di puzzo di bruciato me lo fa sentire. Sul caso è intervenuta anche Sylvie Coyaud il 16 gennaio 2012 con un post intitolato Peter Duesberg, l’AIDS e lo yogurt del prof. Ruggiero, che ci informa che il prof. Ruggiero sostiene che l’AIDS si può curare con uno “yogurt probiotico” che risana la flora intestinale, i cui “batteri massimizzano la produzione naturale” dell’enzima GcMAF, che rafforza il sistema immunitario. L’efficacia dell’enzima – ma non me ne stupisco – non è stata affatto provata (Balotta C. e F. Simonetti, Università di Milano: GcMAF: la realtà dietro le false speranze).

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Al di là del versante nazionale, la polemica è stata ripresa dalla stampa scientifica internazionale. Personalmente ne sono venuto a conoscenza dalla newsletter di The Scientist (Resignations Over AIDS Denial), ma la questione è arrivata sulle autorevolissime pagine di Nature (Paper denying HIV–AIDS link sparks resignation : Nature News & Comment). Ciò che rende la vicenda particolarmente spinosa è che l’articolo più recente non è che una riproposizione dell’articolo del 2009, di cui utilizza le stesse argomentazioni e gli stessi metodi, e soprattutto gli stessi dati, senza aggiornamenti. Ma dopo lo “scandalo” di Medical Hypotheses l’editore Elsevier aveva sottoposto l’articolo originario a 5 revisori esterni, che avevano tutti rigettato l’articolo come non pubblicabile. Nature, che è entrata in possesso delle 5 note di lettura dei revisori dell’epoca, rivela che le critiche formulate allora sono pressoché integralmente applicabili anche a questa stesura dell’articolo.
Con una storia così controversa alle spalle, trovo sorprendente che il direttore scientifico dell’Italian Journal of Anatomy and Embryology non abbia adottato cautele straordinarie. E intanto l’accademia italiana sembra pronta a scaricare Romagnoli: il presidente e la segretaria della Società italiana di anatomia e istologia (Eugenio Gaudio della Sapienza e Gigliola Sica della Cattolica) hanno infatti dichiarato a Nature che la responsabilità di selezione dei manoscritti e dei revisori e la decisione finale sulla pubblicazione sono del direttore editoriale.
Che, a questo punto, si sarà consolato con uno yogurt probiotico.