Piccolo, Domenico Francesco (2010). Momenti di trascurabile felicità. Torino: Einaudi. 2010.
Un libriccino piccolo piccolo, in tutti i sensi (dev’esserci qualcosa di vero nel vecchio calembour latino del nomen omen).
Eppure Domenico Francesco Piccolo sa fare di meglio, come dimostra il bel romanzo La separazione del maschio, che avevo trovato bello e onesto. Anche in quel libro la vicenda è inframezzata di “considerazioni di costume, che vanno dal cacao sul cappuccino alla persistenza del voltaren, tutte divertenti e godibilissime”. Soltanto che là erano inserite in una narrativa e in una dimensione (a mio parere molto interessante e viva) di introspezione maschile, che qui non c’è.
Qui trovo solo un’accozzaglia di brevi testi, corsivetti ed elzeviri, trasferiti tali e quali dai “pezzi” giornalistici d’origine. La solita operazione trita e ritrita, che mi irrita non poco. Peggio per me che ci sono cascato.
sabato, 26 febbraio 2011 alle 21:19
Lei ha letto il libro di Francesco o di Domenico Piccolo? …La precisione è importante anche nei dettagli.
Cordiali saluti
Simplicio da Morrone
domenica, 27 febbraio 2011 alle 12:30
Ma certo che lei ha ragione, caro Simplicio. Provvedo subito a correggere. Domenico Piccolo è un professore di statistica, di cui ho letto ma non recensito le opere. La deformazione professionale ha esercitato una fatale attrazione e mi ha indotto in errore. Non so se il professor Piccolo nei suoi studenti infonda felicità o induca infelicità, ma certamente l’aggettivo “trascurabile” non si addice ai suoi insegnamenti. Mi scuso con lei e con lui.