La classe e lo stile

Trovo, su un libro che sto leggendo e di cui riferirò a tempo debito (2666 di Roberto Bolaño), un’interessante discussione sulla differenza tra classe e stile. Si sta parlando di abitazioni, ma penso che i concetti potrebbero essere agevolmente estesi.

Perché la mia casa le piaceva più della sua? Perché la mia aveva classe mentre la sua aveva solo stile, capisce la differenza? La casa di Kelly era bella, molto più comoda della mia, con più comfort, voglio dire, una casa luminosa, con un salone grande e piacevole, l’ideale per ricevere visite o dare feste, con un giardino moderno, con l’erba e il tagliaerba, una casa razionale, come si diceva in quegli anni. La mia, come può vedere, perché è questa, anche se naturalmente molto più trascurata di come è adesso, un palazzone che puzzava di mummie e di candele, più che una casa una gigantesca cappella, ma in cui erano presenti gli attributi della ricchezza e della continuità del Messico, ma di classe. E sa cosa vuol dire avere classe? Vuol dire essere, in ultima istanza, sovrano. Non dovere nulla a nessuno. Non dover dare spiegazioni di nulla a nessuno. [p. 643]

Casa messicana

casainterno.net

In modo abbastanza scontato, a me è sùbito venuto in mente il famoso saggio di Bourdieu sulla distinzione (La distinzione. Critica sociale del gusto), di cui abbiamo già parlato qui.

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