La quaresima delle iene di Macallé

Ho trovato questa bellissima storia su una rubrica della rivista Discover (In run-up to Easter, fasting Ethiopians force hyenas to kill donkeys | Not Exactly Rocket Science | Discover Magazine).

Iena

discovermagazine.com

L’arrivo della Pasqua per i cristiani ortodossi di Macallè (città dell’Etiopia del nord con oltre 200.000 abitanti) significa la fine delle privazioni della quaresima, per le iene della città e del suo hinterland significa la fine della stagione della caccia all’asino.

Le iene maculate non sono schizzinose e hanno uno stomaco di ferro. Mangiano di tutto: carne putrida, carogne infestate dall’antrace, sterco e immondizie di ogni tipo. Dopo essere passata per il loro apparato digerente, di questa dieta variata (e avariata) residuano, nelle feci: peli, zoccoli e un po’ di polvere biancastra (tutto quello che resta delle ossa, la loro parte inorganica). Con queste premesse, non sorprende che se la cavino piuttosto bene in ambiente urbano, dove la popolazione umana le rifornisce di avanzi e carcasse di bestiame. Le iene prosperano come spazzini e gli abitanti di Macallè le chiamano scherzosamente “addetti del Comune”. Le si può sentire ogni notte, ma non attaccano mai gli umani, preziosa fonte del loro cibo. Invece, le bestiole svuotano le pattumiere domestiche, i cassonetti, le discariche del macello e persino quella della facoltà di veterinaria della locale università.

Questi comportamenti, che si dispiegavano praticamente sotto i suoi occhi, hanno suscitato la curiosità scientifica di Gidey Yirga, un biologo dell’Università di Macallè, che ha raccolto nel 2010 oltre 550 campioni di cacca di iena (ognuno ha i suoi hobby) e li ha analizzati (soprattutto i residui di pelo) per studiare la dieta delle iene di Macallè. Scoprendo che per la maggior parte dell’anno si nutrono di carogne e rifiuti, ma che c’è un periodo in cui tornano a essere i letali cacciatori che sono e sterminano soprattutto gli asini presenti nei villaggi e nelle fattorie.

Sì, perché la religione cristiano-ortodossa professata dalla popolazione di Macallè prevede un rigido periodo di quaresima (Abye Tsome o Hudade, nelle lingue locali), della durata di 55 giorni, in cui l’astinenza dalla carne (e da altri prodotti di origine animale) è totale. Quindi i macelli restano inattivi e nell’immondizia non si trovano più residui appetibili per le iene, che si trovano letteralmente costrette – pena la morte per inedia – a tornare a cacciare (nel resto dell’Africa le iene maculate, nonostante la loro cattiva fama di mangia-carogne, uccidono personalmente tra il 60 e il 95% del loro cibo).

Virga ha però scoperto, con sorpresa, che nella quaresima ortodossa le iene mangiano meno pecore e capre che di solito, e moltissimi asini: pecore e capre sono tenute al sicuro nei recinti (quello che le iene riescono a mangiare, nel resto dell’anno, è soltanto ciò che avanza dal consumo umano), ma gli asini no, e per loro non c’è scampo, sia che siano stati abbandonati a sé stessi quando troppo vecchi o malati per lavorare, sia che siano una facile preda, legati a un palo o a un muro durante la notte.

Ecco il riferimento all’articolo:

Yirga, de Iongh, Leir, Gebrihiwot, Decker & Bauer. 2012. “Adaptability of large carnivores to changing anthropogenic food sources: diet change of spotted hyena (Crocuta crocuta) during Christian fasting period in northern Ethiopia”. Journal of Animal Ecology http://dx.doi.org/10.1111/j.1365-2656.2012.01977.x

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