Sono dunque già passati 20 anni dalla morte di Astor Piazzolla.

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Io, che mi spaccio compiaciuto per onnisciente in musica, devo ringraziare AD per avermelo fatto amare, anche se non conoscere.
Lo ricordo con 3 brani.
Il primo è Adiós Nonino che Piazzolla compose nel 1959 quando – in tourneé nel centro America – ricevette la notizia della morte improvvisa di suo padre, don Vicente Piazzolla, familiarmente chiamato Nonino (la famiglia di Piazzolla era di origine italiana, e precisamente appulo-garfagnina). La versione originale, incisa nel 1960 a Montevideo dal quintetto (Astor Piazzola al bandoneón, Jaime Gosis al pianoforte, Quicho Díaz al contrabbasso, Horacio Malvicino alla chitarra elettrica e Simón Bajour al violino) non l’ho trovata su YouTube. Questa è quella che compare nell’album Libertango, di cui parleremo tra un minuto.
Desde una estrella al titilar…
Me hará señales de acudir,
por una luz de eternidad
cuando me llame, voy a ir.
A preguntarle, por ese niño
que con su muerte, lo perdí,
que con “Nonino” se me fue…
Cuando me diga, ven aquí…
Renaceré… Porque…¡Soy…! la raíz, del país
que amasó con su arcilla.
¡Soy…! Sangre y piel, del “tano” aquel,
que me dio su semilla.
Adiós “Nonino”.. que largo sin vos,
será el camino.
¡Dolor, tristeza, la mesa y el pan…!
Y mi adiós.. ¡Ay! Mi adiós,
a tu amor, tu tabaco, tu vino.
¿Quién..? Sin piedad, me robó la mitad,
al llevarte “Nonino”…
Tal vez un día, yo también mirando atrás…
Como vos, diga adiós ¡No va más..!Recitado:
Y hoy mi viejo “Nonino” es una planta.
Es la luz, es el viento y es el río…
Este torrente mío lo suplanta,
prolongando en mi ser, su desafío.
Me sucedo en su sangre, lo adivino.
Y presiento en mi voz, su propio eco.
Esta voz que una vez, me sonó a hueco
cuando le dije adiós Adiós “Nonino”.¡Soy…! La raíz, del país
que amasó con su arcilla…
¡Soy…! Sangre y piel,
del “tano” aquel,
que me dio su semilla.
Adiós “Nonino”… Dejaste tu sol,
en mi destino.
Tu ardor sin miedo, tu credo de amor.
Y ese afán… ¡Ay…! Tu afán
por sembrar de esperanza el camino.
Soy tu panal y esta gota de sal,
que hoy te llora “Nonino”.
Tal vez el día que se corte mi piolín,
te veré y sabré… Que no hay fin.
Il secondo omaggio è, appunto, Libertango, forse il suo più famoso. Intanto, è opportuno ricordare che Piazzolla – ormai santificato – è stato in vita considerato eretico dall’ortodossia tanguéra (e tànghera) e poco ci mancò che lo bruciassero vivo. L’eresia? Discostarsi dalla tradizione e utilizzare (addirittura) strumenti elettrici (il famoso Conjunto Electronico). Libertango fu inciso a Milano nel maggio 1974 allo studio “Mondial Sound” (produttore Aldo Pagani, tecnico del suono Tonino Paolillo). Questi i musicisti:
- Astor Piazzolla: bandoneón, arrangiamento, direzione d’orchestra
- Felice Da Viá: pianoforte
- Felice Da Viá, Gianni Zilioli: organo Hammond
- Gianni Zilioli: marimba
- Marlene Kessik: flauto contralto
- Hugo Heredia, Gianni Bedori: flauto soprano
- Giuseppe Prestipino (Pino Presti): basso elettrico
- Tullio De Piscopo: batteria
- Filippo Daccó: chitarra acustica ed elettrica
- Andrea Poggi: timpani
- Tullio De Piscopo, Andrea Poggi: percussioni ed effetti
- Umberto Benedetti Michelangeli: primo violino
- Elsa Parravicini: prima viola
- Paolo Salvi: primo cello
Piazzolla stesso ha fatto una montagna di reinterpretazioni e arrangiamenti dei suoi brani. Altrettanto hanno fatto molti musicisti jazz (da Gerry Mulligan ad Al Di Meola) e classici (da Gidon Kremer a Yo Yo Ma).
Io trovo molto bello – e questo è il terzo omaggio – il disco che Piazzolla ha realizzato con il Kronos Quartet, Five Tango Sensations.
- Asleep
- Loving
- Anxiety
- Despertar (in una diversa versione)
- Fear
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