Nel nostro lessico famigliare, si chiamano “laghi di ruspa” i laghi o laghetti che si creano per allagamento di una depressione creata artificialmente, da un’attività di cava o per lo scavo delle fondamenta di una costruzione che poi non viene realizzata. Il lago si crea per l’accumularsi delle acque piovane o, ancora più spesso, perché gli scavi “scoperchiano” una falda acquifera. Spesso i laghi di ruspa tradiscono la loro natura per la forma regolare. Come nella foto qui sotto.
Quello che vedete qui sopra è il laghetto che si è creato nei pressi dell’area occupata tra il 1923 e il 1955 dalla fabbrica di fibre artificiali Cisa-Viscosa (poi SNIA-Viscosa). Qui, nel 1990, iniziarono i lavori per la realizzazione di un centro commerciale, che non era però in regola con i permessi richiesti: i lavori furono interrotti e lo scasso si riempì d’acqua, avendo intercettato una falda acquifera e forse un antico corso d’acqua (le notizie le ho trovate qui).
Ora questo laghetto artificiale è diventato naturale, anche se in funzione anti-speculativa.
Cito dal sito di Eleonora Guadagno (cui sono arrivato tramite facebook):
E dal sito del CSOA eXSnia:
Non voglio entrare nel merito della questione: non ne so abbastanza, come dice un noto blogger. Voglio però sollevare 2 punti a me cari, e che dunque sottolineo per l’ennesima volta (a costo di provocare qualche reazione stizzita):
- Non ne posso più della facile equivalenza naturale / artificiale = buono / cattivo. Per quanti motivi ci possano essere per difendere lo status quo rispetto a un progetto di edificazione, essi devono essere fondati su argomenti solidi, che immagino non mancheranno (quelle torri non servono, il terreno su cui verrebbero edificate è paludoso, i cittadini della zona hanno bisogno d’un’area ricreativa per correre e andare in canoa, …) e non sull’argomento fallace che il laghetto è naturale e perciò automaticamente e necessariamente buono e giusto, mentre i grattacieli sono artificiali e perciò automaticamente e necessariamente cattivi e figli della speculazione. Il laghetto è e resta artificiale e molto recente se è per quello (20-25 anni). Si obietterà: si, è artificiale e recente, ma adesso ci sono libellule e germani, sono stati avvistati lucci e aironi, qualcuno giura di aver persino intravisto l’elusivo uccello padulo. Più che credibile: ma anche sulle torri, come spesso accade, potrebbero nidificare cicogne e aquile imperiali… Se il laghetto va conservato è perché i benefici netti sociali della conservazione sono superiori ai benefici netti sociali della costruzione degli edifici: aridi numeri, trasparenti e verificabili. Non trucchetti retorici abusati dalla pubblicità delle creme di bellezza e dei prodotti parafarmaceutici.
- Che poi, a ben pensarci – e questo è il mio secondo punto – la domanda retorica «Un lago naturale o 4 grattacieli di 30 piani alti 100 m?» è l’ennesima reincarnazione della logica del fine che giustifica i mezzi. Che saranno mai una piccola menzogna a fin di bene (il lago naturale) e qualche artificio retorico (le colate di migliaia di metri cubi, le polveri sottili, …) di fronte a un obiettivo politico “giusto” (a giudizio di chi lo persegue)? Chi mi conosce sa che rifiuto questa logica (ne ho parlato più volte, ma forse nel modo più diretto ed esplicito qui). Speravo che almeno al di fuori delle grandi “scuole” che dominano il pensiero politico italiano (cattolici e gramsciani in primis) questa logica venisse rifiutata: e resto deluso a vedere che anche il MoVimento 5 stelle la adotta.