Uno studio di Amee Baird and Séverine Samson pubblicato su Neuropsychological Rehabilitation esamina quelle che gli autori definiscono “memorie autobiografiche evocate dalla musica” (MEAM – music-evoked autobiographical memories) in pazienti con lesioni cerebrali acquisite.

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I ricercatori hanno sottoposto ai pazienti (e a un gruppo di controllo) estratti da 50 “canzoni dell’anno” dal 1960 al 2010, scoprendo che la frequenza delle MEAM suscitate non presentava differenze statisticamente significative tra i pazienti e il gruppo di controllo.
Circa il 30% delle canzoni ha suscitato ricordi legati a una persona o a un gruppo di persone o a un periodo della vita. Le situazioni più comuni associate alle MEAM erano “ballare” e “guidare la macchina” e i riferimenti sociali più frequenti erano “amici” seguiti da “ragazzo/ragazza”.
Lo studio, peraltro, ha analizzato soltanto 5 pazienti con un deficit grave nella memoria autobiografica ma con percezione tonale intatta.
La notizia l’ho trovata qui: Music brings memories back to the injured brain | KurzweilAI.
L’articolo originario lo trovate qui: A. Baird, S. Samson, Music evoked autobiographical memory after severe acquired brain injury: Preliminary findings from a case series, Neuropsychological Rehabilitation, 2013, DOI: 10.1080/09602011.2013.858642 (open access).
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