Un altro ritrovamento di ambra grigia su una spiaggia inglese

Chi ne sa anche poco di statistica e probabilità (materia ormai introdotta nei programmi di matematica delle scuole secondarie) sa che anche eventi indipendenti e relativamente rari possono presentarsi in modi che contraddicono le nostre aspettative. Restiamo comunque stupiti quando in un lancio di monetine ci viene testa per 5 volte di fila o se due fratelli muoiono entrambi perché, a distanza di anni e di km, un’aquila lascia cadere sulla loro testa una tartaruga.

Quindi, la circostanza che nel giro di 6 mesi ci siano stati su 2 spiagge inglesi 2 ritrovamenti fortuiti di ambra grigia, quando il fenomeno è rarissimo e accade di solito nel Pacifico [come racconta Christopher Kemp nel suo Floating Gold: A Natural (and Unnatural) History of Ambergris, che ho recensito qui, ma di cui avevo parlato anche qui], lascia – se non stupefatti – almeno un po’ pensosi.

Del primo ritrovamento era stato protagonista un bel bambino biondo di 8 anni, Charlie Naysmith, che aveva trovato un pezzo di 6 etti di ambra grigia (valore stimato in 50.000 €) su una spiaggia vicino a Bournemouth, sulla costa meridionale inglese, di fronte all’estrema punta della Normandia. Ne avevamo parlato qui.

Charlie Naysmith / bournemouthecho.co.uk

Più di recente, il 31 gennaio (se ho ricostruito bene) un disoccupato inglese, Ken Wilman, ne ha trovato un pezzo di quasi 3 kg mentre passeggiava con il suo cane su una spiaggia di Morecambe (vicino a Lancaster, Inghilterra nord-occidentale). Si parla di un valore di 100.000 £ (115.000 €), ben superiore a quello del pezzo, più piccolo, trovato da Charlie.

Ken Wilman e il suo cane / huffpost.com

Naturalmente i quotidiani, compreso il prestigioso The Guardian, non si sono sottratti al solito sciocchezzaio sul vomito di balena.

Whale vomit found on beach could be worth £100,000 – video

Per fortuna The Guardian è un giornale serio e non ci ha messo molto a correggersi:

It’s not ‘whale vomit’, it’s ambergris. It’s a nice word, and useful, so let’s use it

 

It’s condescending and banal to reach for simpler, less accurate words for something when perfectly good ones already exist

di Deborah Orr
The Guardian, Saturday 2 February 2013

Ambergris is a beautiful and long-established word for a strange and unusual substance, produced in the digestive system of sperm whales, and eventually excreted through one of only two possible exits. It has been used since ancient times in the manufacture of perfume. So it’s rather a shame that the media now prefers to refer to it as “whale vomit” or, for a bit of variation, “whale poo” – as if the world is a kindergarten. It has been in the news because Ken Wilman found a lump while walking on the beach with his dog. Unlike whale vomit or whale poo, it’s valuable.
So, if you’re of a romantic nature, but for some reason unable to say “amber” or “gris”, you can opt for “floating gold”. And if you’re as condescending and banal as so many journalists appear to be, you can refer to gold as “ground riches”, in case anyone in your audience is three.

E i quotidiani italiani? Il prestigioso Il corriere della sera l’avevamo già beccato, con un articolo scopiazzato del suo “prestigioso corrispondente” Elmar Burchia in occasione del ritrovamento di Charlie Naysmith. Adesso è il turno di La Repubblica del 2 febbraio 2013:

Trova vomito di capodoglio: vale 117mila euro

Ken Wilman e il suo labrador Madge si sono imbattuti, camminando sulla spiaggia del Lankashire [sic!], in una pietra rarissima del valore di circa 100mila sterline (117mila euro). Lì per lì Ken non si è reso conto della fortuna ma tornato a casa, dopo qualche ricerca, è tornato indietro a prenderla. Infatti la pietra preziosa è di vomito di capodoglio, chiamato anche ambra grigia o oro fluttuante, e viene usato per produrre profumi come Chanel No.5, incensi e aromi gastronomici. “Di primo impatto il profumo era fastidioso, ma più la odoravo e più diventava piacevole” ha affermato Ken. Un profumiere francese gli ha già offerto 50mila euro.

Ma la responsabilità prima (ma La Repubblica non va comunque assolta, perché non farebbe male un po’ di fact checking – di cui recentemente tutti si riempiono la bocca più o meno a proposito – e anche un po’ di controllo ortografico, per scrivere Lancashire) va all’agenzia ANSA che la notizia, il 31 gennaio, l’ha battuta così:

Gb: trova raro ‘vomito balena’ in spiaggia,vale 50 mila euro

(ANSA) – LONDRA, 31 GEN – Sembra una roccia giallastra e maleodorante ma in realtà nasconde un tesoro. Un britannico ha trovato in una spiaggia del nord-ovest dell’Inghilterra il cosiddetto ‘vomito di balena’, la rarissima ambra grigia usata in profumeria, e per il reperto gli sono stati offerti 50 mila euro.
Ken Wilman è così finito col suo cane Madge sulle tv e sui giornali del Regno Unito. “Quando l’ho vista mi sono fermato e per curiosità l’ho presa in mano ma dopo aver sentito la puzza l’ho subito rimessa sulla sabbia”, ha spiegato il britannico, descrivendo la sostanza che viene prodotta nell’intestino dei capodogli durante la digestione. Ma poi non ha resistito e l’ha portata via scoprendo che si trattava di un pezzo rarissimo. Ora si è fatto avanti un acquirente francese che la vorrebbe, molto probabilmente per usarla nella preparazione di profumi.(ANSA).

Il 2012 di Sbagliando s’impera

Anche quest’anno WordPress.com mi ha mandato un rapporto annuale sulle attività di questo blog nel 2012. Lo condivido volentieri con voi.

wordpress.com

Un breve estratto (la buffa alternanza di italiano e inglese è di WordPress.com):

19,000 people fit into the new Barclays Center to see Jay-Z perform. This blog was viewed about 89.000 times in 2012. If it were a concert at the Barclays Center, it would take about 5 sold-out performances for that many people to see it.

Nel 2012, ci son stati 389 nuovi articoli, che hanno portato gli archivi totali del tuo blog a 1.609 articoli. […]

Il giorno più trafficato dell’anno è stato 30 agosto con 551 pagine lette. Il messaggio più popolare quel giorno fu Escrementi commestibili: l’ambra grigia.

Nel 2011 (quel rapporto è qui) avevo avuto 63.000 visite. L’incremento è stato del 42%: mica male, grazie a voi tutti.

Il rapporto di quest’anno, in versione integrale, lo trovate qui.

Christopher Kemp – Floating Gold: A Natural (and Unnatural) History of Ambergris

Kemp, Christopher (2012). Floating Gold: A Natural (and Unnatural) History of Ambergris. Chicago: University of Chicago Press. 2012. ISBN 9780226430379. Pagine 232. 10,44 €.

Floating Gold

amazon.com

Dell’ambra grigia ho parlato di recente: questa è infatti la rtecensione del libro che mi sono affrettato a comprare e a leggere dopo l’articolo A Taste of Edible Feces pubblicato su un blog dello Smithsonian Institute.

Non ho quindi molto da aggiungere sull’ambra grigia. Posso posso dire però che Kemp è bravo e il suo libro è scritto in modo molto piacevole: si alternano parti in cui si racconta in modo molto personale come sia nata e cresciuta in lui una specie di ossessione scientifica per l’elusiva sostanza, a racconti delle sue passeggiate su diverse spiagge della Nuova Zelanda, a eruditi racconti sulle citazioni dell’ambra grigia e sulle credenze sulle sue origini nel passato remoto e recente, alla visita a diversi studiosi o cercatori o utilizzatori. Una lettura che, nonostante il tema limitatissimo, o forse proprio per questo, non mi ha mai stancato.

E naturalmente, Kemp mi ha trasmesso la curiosità di sperimentare di persona quale odore (o profumo) abbia l’ambra grigia. Lui stesso lo scopre ben oltre la metà del testo.

There are no reference points. It is like a single, remote point on a map with no landmarks anywhere by which to find it. Describing its odor to someone who has never smelled it is like trying to describe a rainbow to a blind person. Words are inadequate, but they are all we have. [1683. Il riferimento è come di consueto alle posizioni sul Kindle]

E chissà se, come uno scrittore di romanzi seriali, Kemp quando parla di alghe con un esperto, si sta lasciando aperta la strada per una nuova esplorazione:

“There’s Chondrus crispus, or Irish moss,” he says, “which is a seaweed from which you get carrageenan – a thickener for ice cream. […].” [3310]

Irish Moss

wikipedia.org

Escrementi commestibili: l’ambra grigia

L’ambra grigia è stata a lungo una sostanza misteriosa, e come tale soggetta a innumerevoli leggende. Come l’ambra, la si ritrovava spinta a riva dalla risacca. Ma a differenza dell’ambra comune – sostanza dura e giallo dorata (di colore ambrato, appunto) – qui si parla di una massa grigiastra e tenera, che si scioglie al calore della mano.

Gli arabi la ritennero la concrezione prodotta dai sali disciolti nelle sorgenti del fondo marino o l’escremento del leggendario uccello Rokh.

Rokh

wikipedia.org

I cinesi, invece, ritenevano si trattasse di sputo di drago coagulato dall’acqua marina. In occidente, più prosaicamente, fu descritto come vomito di capodoglio.

Capodoglio sì, ma non vomito: escremento. Non propriamente le feci ordinarie, ma una sostanza escreta dallo stomaco per proteggerne le pareti dall’azione irritante dei becchi di calamaro, che i capodogli ingurgitano in grande quantità. La secrezione ingloba i taglienti becchi e poi si solidifica. Resta a lungo nello stomaco e nell’intestino del cetaceo, ma prima o poi viene espulsa. Galleggia sulle onde finché non giunge a riva, dove – seccandosi – libera il suo gradevole profumo.

Ambra grigia

smithsonianmag.com

Non sto scherzando: il profumo gradevole è la principale caratteristica della sostanza e il motivo dell’interesse commerciale che la circondava in passato, soprattutto per i suoi usi in cosmetica e in profumeria. Ora che il capodoglio è specie protetta, l’ambra non può più essere estratta dall’intestino di un animale ucciso all’uopo, ma si deve contare sulle minime quantità che giungono a riva. Un tempo, invece, il commercio della sostanza aveva enorme importanza economica (era, ad esempio, una delle principali esportazioni della colonia italiana della Somalia). Hermann Melville dedica all’ambra grigia il capitolo 92 di Moby Dick:

Now this ambergris is a very curious substance, and so important as an article of commerce, that in 1791 a certain Nantucket-born Captain Coffin was examined at the bar of the English House of Commons on that subject. For at that time, and indeed until a comparatively late day, the precise origin of ambergris remained, like amber itself, a problem to the learned. Though the word ambergris is but the French compound for grey amber, yet the two substances are quite distinct. For amber, though at times found on the sea-coast, is also dug up in some far inland soils, whereas ambergris is never found except upon the sea. Besides, amber is a hard, transparent, brittle, odorless substance, used for mouth-pieces to pipes, for beads and ornaments; but ambergris is soft, waxy, and so highly fragrant and spicy, that it is largely used in perfumery, in pastiles, precious candles, hair-powders, and pomatum. […]
Who would think, then, that such fine ladies and gentlemen should regale themselves with an essence found in the inglorious bowels of a sick whale! Yet so it is. By some, ambergris is supposed to be the cause, and by others the effect, of the dyspepsia in the whale. How to cure such a dyspepsia it were hard to say, unless by administering three or four boat loads of Brandreth’s pills, and then running out of harm’s way, as laborers do in blasting rocks.
I have forgotten to say that there were found in this ambergris, certain hard, round, bony plates, which at first Stubb thought might be sailors’ trowsers buttons; but it afterwards turned out that they were nothing more than pieces of small squid bones embalmed in that manner.
Now that the incorruption of this most fragrant ambergris should be found in the heart of such decay; is this nothing? Bethink thee of that saying of St. Paul in Corinthians, about corruption and incorruption; how that we are sown in dishonour, but raised in glory. […]

Capodoglio

wikipedia.org

L’odore gradevole e pungente dell’ambra grigia è dovuto «al grande contenuto di feromone, analogamente ad altre sostanze aromatiche di origine animale (castoreo, muschio).» [Wikipedia]

Pertanto, oltre a essere utilizzata in profumeria (ove la sostanza è apprezzata anche come fissatore, cioè come «composto che può abbassare il tasso di evaporazione delle sostanze più volatili di una composizione di essenze, oppure dare una nota particolare o, ancora, amalgamandosi con gli altri ingredienti, esaltarli e renderli più incisivi»), l’ambra grigia ha avuto fama di potente afrodisiaco. Secondo Melville, i musulmani la portavano alla Mecca (allo stesso modo in cui i pellegrini portavano incenso a San Pietro a Roma) ma non disdegnavano di usarlo in cucina, mentre alcuni mercanti di vino ne aggiungevano qualche grano al chiaretto per esaltarne il sapore. Nel Medioevo veniva usato nelle tinture medicinali, Insieme ad acqua, zucchero e limone, compariva nella ricetta tradizionale persiana del sorbetto. Casanova l’aggiungeva alla mousse au chocolat (come tonico e afrodisiaco, naturalmente).

Paradise regained

wikipedia.org

Anche John Milton ne parla, nel suo Paradise Regained, quando Satana tenta Gesù Cristo con un banchetto luculliano:

He spake no dream; for, as his words had end,
Our Saviour, lifting up his eyes, beheld,
In ample space under the broadest shade,
A table richly spread in regal mode,
With dishes piled and meats of noblest sort
And savour—beasts of chase, or fowl of game,
In pastry built, or from the spit, or boiled,
Grisamber-steamed; all fish, from sea or shore,
Freshet or purling brook, of shell or fin,
And exquisitest name, for which was drained
Pontus, and Lucrine bay, and Afric coast. [vv. 337-347]

Brillat-Savarin

openlibrary.org

Il grande Jean Anthelme Brillat-Savarin – patriarca e vate di tutti noi gastronomi intellettuali – raccomandava di sostituire il caffè (che aveva l’effetto collaterale di rendere nervosi e insonni) con un tonico a base di zucchero e cioccolato con un pizzico d’ambra grigia:

C’est ici le vrai lieu de parler des propriétés du chocolat à l’ambre, propriétés qui j’ai vérifiées par un grand nombre d’expériences, et dont je suis fier d’offrir le résultat à mes lecteurs.
Or donc, que tout homme qui aura bu quelques traits de trop à la coup de la volupté; que tout homme qui aura passé à travailler une portion notable du temps qu’on doit employer à dormir; que tout homme d’esprit qui se sentira temporairement devenu bête; que tout homme qui trouvera l’air humide, le temps long, et l’atmosphère difficile à porter; que tout homme qui sera tourmenté d’une idée fixe qui lui ôtera la liberté de penser; que tous ceux-là, disons-nous, s’administrent un bon demi-litre de chocolat ambré, a raison de soixante à soixante-douze grains d’ambre par demi-kilogramme, et ils verront merveille.
Dans ma manière particulière se spécifier les choses, je nomme le chocolat à l’ambre chocolat des affligés, parce que, dans chacun des divers états que j’ai désigné, on éprouve je ne sais quel sentiment qui leur est commun, et qui ressemble à l’affliction. [Physiologie du gout; ou, Méditations de gastronomie transcendante, pp. 225-226]

Sulla storia dell’ambra grigia ha scritto un libro (che mi sono appena affrettato a comprare) il biologo molecolare Christopher Kemp, Floating Gold: A Natural (and Unnatural) History of Ambergris. Risparmiamoci pure la scontata ironia sulla coprofagia coatta di chi voglia fare ricerca seriamente, in questo e in altri paesi: resta il fatto che Kemp la sua brava ambra grigia se l’è cucinata:

It crumbles like truffle. I fold it carefully into the eggs with a fork. Rising and mingling with curls of steam from the eggs, the familiar odor of ambergris begins to fill and clog my throat, a thick and unmistakable smell that I can taste. It inhabits the back of my throat and fills my sinuses. It is aromatic — both woody and floral. The smell reminds me of leaf litter on a forest floor and of the delicate, frilly undersides of mushrooms that grow in damp and shaded places.

Il primo spunto per questo post l’ho trovato sul blog dello Smithsonian Food & Think: A heaping helping of food news, science and culture, nel post A Taste of Edible Feces, pubblicato il 4 giugno 2012.