Tuzzi, Hans (2009). La morte segue i magi. Torino: Bollati Boringhieri. 2009.
Un giallo colto e sui generis.
Di solito non leggo i polizieschi, ma questo – che mi ha prestato e raccomandato mia sorella – è diverso dagli altri e si legge con piacere. L’autore, dottissimo, si diverte a inzeppare di citazioni il testo, quasi un pastiche post-moderno alla Scurati.
La Milano del 1984 non è più la mia, che me ne ero andato alla fine degli anni 70 e che mi sono quindi perso la “rivoluzione” (qui le scare quotes ci stanno bene) dei paninari, dei tognoli, dei pillitteri e della Milano da bere. L’ambiente nobiliare (da me appena sfiorato) e borghese (quello sì frequentato un po’ di più) e l’ambientazione sono felicemente descritti e rappresentati (con qualche malizioso accenno d’attualità all’imperatore dei media e presidente del Milan, che qui si chiama ovviamente in un modo diverso).
Ma il giallo non regge proprio: se un lettore perspicace come me – ma non particolarmente attento né allenato cultore del genere – aveva capito tutto o quasi dalla prima comparsa dell’assassino, com’è che il brillante vicequestore Norberto Melis non ci arriva che dopo 300 pagine, e nemmeno per merito suo?
Bella la lode dell’amore coniugale (o quasi, nella fattispecie):
Ma lei, Fiorenza, se ne rese conto in quell’istante, era, al di là di ogni passeggera incomprensione, al di là di ogni screzio, al di là di ogni fertile differenza, era la sua compagna: la sua compagna. Stavano bene insieme, stava bene insieme a lei, come con nessun’altra. Era capirsi senza parole, era pensare le stesse cose delle stesse persone, era vedere il mondo da due punti di vista così vicini tra loro che si sarebbero potuti scambiare per lo stesso punto. [p. 254]
Aggiungerei soltanto: che vedere il mondo da due punti di vista vicini, ma non coincidenti, aggiunge alla nostra visione profondità e prospettiva.
L’autore, ne sono convinto, si è molto divertito a scrivere questo romanzo. E io mi sono divertito abbastanza a leggerlo.
mercoledì, 28 ottobre 2009 alle 2:07
mercoledì, 28 ottobre 2009 alle 5:06
Ho leggermente modificato la sequenza delle parole, in modo da escludere letture capziose. Hai ragione tu: la chiarezza prima di tutta.
giovedì, 29 ottobre 2009 alle 0:57
prima di tutto vorrai dire!