Secondo il Vocabolario Treccani:
Insuccesso, sconfitta materiale o morale, che comporta una diminuzione di prestigio o una vergogna e umiliazione in chi la subisce: il non essere stato rieletto alla presidenza è stato per lui un grave smacco; se la proposta di mediazione sarà respinta sarà un bello smacco per gli alleati; speriamo che la nostra squadra, dopo lo smacco subìto, si prepari con più impegno per il prossimo campionato; che smacco, per lui, essere bocciato per la seconda volta!
Parola di origine tedesca e quindi – massì, aderiamo per una volta ai luoghi comuni più corrivi – con un percorso del tutto prevedibile e lineare. Dalla radice *smahhan, legata all’antico alto tedesco smachi (“piccolo, basso”, ma al tempo stesso “vile, abietto”). Come dire che per gli antichi tedeschi piccolo è brutto. Ma l’onnipresente greco, uscito dalla porta, rientra dalla finestra della comune grande madre indoeuropea: la medesima radice ci ha dato infatti μικρός (“piccolo”). E se è per quello, anche il lituano mâzas (attraverso *mac-sas), con il medesimo significato (così, tanto per fare sfoggio d’erudizione).
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