Marco Di Domenico – Italiani pericolosi: Leggende e verità sugli animali di casa nostra

Di Domenico, Marco (2012). Italiani pericolosi: Leggende e verità sugli animali di casa nostra. Torino: Bollati Boringhieri. 2012. ISBN 9788833971537. Pagine 260. 13,99 €

Italiani pericolosi

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Superfluo spiegare perché ho letto questo libro: l’ho fatto da poco.

Il libro non è sgradevole e si legge volentieri, ma mi aspettavo sinceramente di più. Il problema principale è che Di Domenico non sa che registro scegliere: il racconto aneddotico, tipico della divulgazione alla famiglia Angela, per capirsi? E allora andavano evitate le lunghe parti enciclopediche. Il manuale da consultazione? E allora ci sono troppe assenze ingiustificate.

Io – non prendetemi troppo in giro – un manuale da consultazione nella mia biblioteca ce l’ho già: si chiama Animali pericolosi al mare, ai monti, in casa, è pubblicato dalla gloriosa casa editrice Edagricole ed è scritto da 2 competenti zoologi, Giuseppe Gradenghi e Maurizio Bigazzi. Al momento il volume è purtroppo introvabile (almeno su Amazon); altrettanto introvabile è il corrispondente volume marino, Animali pericolosi del Mediterraneo, curato da Maurizio Bigazzi con Ida Fellegara. Entrambi i volumi sono noti a Di Domenico, che li cita in bibliografia e che utilizza ampiamente il secondo per il corredo iconografico della sua opera.

Un’altra cosa che manca al libro (non del tutto, devo ammetterlo) è un approccio sistematicamente quantitativo. Senza questo passaggio, è difficile passare dalla pericolosità di un animale al rischio di venirci in contatto e subirne le conseguenze negative.

Ma la cosa che mi ha irritato di più è la scarsissima cura editoriale, che non mi sarei mai aspettato da una casa editrice della reputazione di Bollati Boringhieri. Qualche esempio:

  • alla posizione 2505 troviamo al posto di po’ (ormai è onnipresente, lo troviamo un pò ovunque);
  • alla posizione 3322 troviamo ripetutamente se si, quando l’autore intendeva se sì;
  • alla posizione 1586 troviamo confidenti nell’accezione di fiduciosi (noi ne avevamo parlato qui);
  • alla posizione 239 troviamo di cui si accennerà, ma si accenna a (anche se accennare di è attestato, anche se più raramente, secondo il Vocabolario Treccani).

Alle stesse manchevolezze nella cura editoriale attribuirei anche la svista di fare riferimento a un’intervista ISTAT quando invece (suppongo) si intendeva parlare di una statistica diffusa dall’Istat (posizione 233).

* * *

Qualche citazione interessante:

Tipici degli oloturoidei sono i tubi di Cuvier, lunghi filamenti biancastri e vischiosi che vengono espulsi dall’ano a scopo difensivo; i tubi di Cuvier sono tossici, e possono causare infiammazioni cutanee se entrano in contatto con la pelle. [963]

Nel Mediterraneo, mare privo di pinnipedi, gli squali potrebbero non avere quella che si dice immagine di ricerca […] [1152]

[… il] consumo diretto di erbe selvatiche come il crescione d’acqua (Nasturtium officinale), sempre più ricercato per il sapore piccante e le proprietà aromatiche, terapeutiche e – pare – afrodisiache. Il crescione perde qualsiasi proprietà e gusto con la cottura, per cui è consumato invariabilmente crudo. Può però contenere metacercarie di Fasciola, e va lavato molto bene, altrimenti si rischia di ingerire il parassita. [1565]

Le uova infatti possono occasionalmente contaminare il pelo degli animali, e da qui le mani e quindi la bocca, cosa che può accadere dopo aver accarezzato il cane […] [1728: si sta parlando dell’echinococcosi cistica]

Ai soliti e strutturali problemi di collegamento tra i vari enti preposti a produrre e pubblicare statistiche (ospedali, ASL, veterinari, ISTAT, ISS ecc.), esiste anche un problema di corretta diagnosi post mortem. [3079]

In Europa serebbero oggi presenti due sottospecie distinte: a ovest, Italia compresa, il Mus musculus domesticus, a est il Mus musculus musculus; la genetica suggerisce che le due sottospecie si incontrino, ibridandosi, lungo il fiume Elba. [3370]

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