La classifica dei 7 peccati capitali

Un articolo comparso su L’osservatore romano – che purtroppo non permette di consultare sul proprio sito le edizioni dei giorni precedenti – ha analizzato le confessioni dei fedeli nel corso degli anni e stilato la classifica dei peccati capitali più commessi (o quanto meno più confessati) da uomini e donne.
Non potendo accedere all’articolo originale di padre Wojciech Giertych (teologo della Casa Pontificia) e dello studioso gesuita Roberto Busa, sono costretto a citare dalle agenzie di stampa.

L’ostacolo più grande alla bontà è la superbia, perché impedisce all’uomo il rapporto con Dio, facendogli credere di essere autosufficiente; meno pericolosi in generale sono i peccati contro la castità (che però hanno conseguenze gravi nella vita personale), perché portano con loro una forte auto-umiliazione, e come tale possono essere un’occasione per tornare a Dio.

Quando si guarda ai vizi capitali non dal punto di vista della loro opposizione alla grazia, ma dalla difficoltà che creano, si vede che gli uomini li sperimentano in modo diverso dalle donne. Per gli uomini sovente il più difficile da fronteggiare è quello della lussuria, poi seguono gola, accidia, ira, vanità, invidia e avarizia. Per le donne invece il più comune è la vanagloria, e a seguire l’invidia, l’ira, la lussuria, la gola e ultimo l’accidia. Diversi contesti culturali generano diverse abitudini, ma la natura umana resta la stessa. [Nella classifica femminile manca l’avarizia: svista vaticana o le donne non sono avare?]

La rappresentazione più famosa dei 7 peccati capitali è una tavola (olio su legno) dipinta da Hieronymus Bosch nel 1485 e conservata al Prado.

Ai 4 angoli, nei cerchi più piccoli, sono rappresentati i 4 novissimi (cioè le 4 realtà ultime della religione cristiana: morte, giudizio, inferno e paradiso). Il cerchio centrale rappresenta l’occhio di dio, la cui pupilla è Cristo stesso, rappresentato mentre risorge (sotto c’è scritto: cave cave deus videt – attento, dio ti vede). Tutt’intorno, le 7 rappresentazioni dei peccati capitali.

Ira: una donna trattiene il marito, che ha appena scagliato uno sgabello sulla testa di un avversario.

Superbia: una donna si guarda allo specchio, sorretta da un diavolo che si finge un servitore.

Lussuria: si mangia, si gioca, si suona, ci si corteggia…

Accidia: un uomo sonnecchia davanti al fuoco, mentre uno suora gli ricorda i suoi doveri religiosi.

Gola: una bella famigliola che si abboffa di cibo e di vino.

Avarizia: un politico corrotto prende una mazzetta (chissà se pecca soltanto il corrotto o anche il corruttore?)

Invidia: un borghese invidia un aristocratico.