Che cosa ha detto veramente Krugman di Padoan

Premessa.

Tra le cose che mi irritano di più delle abitudini dei giornalisti italiani c’è il vizio di far prevalere il commento e l’opinione sul “fatto” sottostante e quello, parallelo e complementare, di non agevolare l’accesso alla fonte. Eppure, adesso, l’accesso alla fonte è semplicissimo: basta un link e se la fonte è in italiano o in inglese (o in altra lingua conosciuta o traducibile anche rozzamente via Google Translate) ci possiamo fare un’opinione in proprio senza la mediazione dei giornalisti. Che è esattamente quello che i giornalisti non vogliono che noi facciamo (renderli più inutili di quanto già non siano). E che è esattamente il diritto che ci dobbiamo prendere.

Lo spunto.

Sui social network (soprattutto Twitter e Facebook) ma anche su qualche sito e qualche quotidiano (per esempio, su La Stampa di venerdì, in un articolo per la verità ben documentato) è circolata la notizia che Paul Krugman, che è un  premio Nobel per l’economia, ha duramente criticato Pier Carlo Padoan, neo Ministro dell’economia e delle finanze del gabinetto Renzi. Messaggio implicito: se un Nobel lo critica aspramente, Padoan deve essere un incompetente.

wikimedia.org/wikipedia/commons

Io non intendo difendere Padoan, che sarà senz’altro capace di farlo da sé qualora lo ritenesse opportuno (io, fossi in lui, non lo farei, ponendomi al di sopra di questi pettegolezzi da bar interno del ministero), ma solo mettere in fila fonti e fatti.

panorama.it/images

Il contesto.

Da tempo volevo scrivere una cosa, e sono stato tentato di farlo anche molto di recente, su questo post a proposito di Coase e Williamson: i premi Nobel istituiti da Alfred Nobel, inventore della dinamite, nel suo testamento e conferiti dal 1901, sono 5: quelli per la pace, la letteratura, la chimica, la medicina e la fisica. Quello per l’economia non è un premio istituito da Alfred Nobel, ma è stato istituito e conferito dalla Banca di Svezia a partire dal 1969 (nel 300° anniversario dalla fondazione) e denominato Premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel (in svedese Sveriges Riksbanks pris i ekonomisk vetenskap till Alfred Nobels minne), con il chiaro intento di giocare un po’ sul facile equivoco. Ciò non toglie che il premio sia molto prestigioso.

Krugman è un neo-keynesiano in economia e un democratico in politica. È un polemista abile e tagliente. Oltre a essere un editorialista del New York Times, tiene sul sito del quotidiano un blog intitolato The Conscience of a Liberal: è sul blog che il 30 aprile 2013 (quasi 10 mesi fa) ha criticato Padoan in quanto Chief Economist dell’OECD.

Ma poi – e nessuno, mi pare, se ne è accorto finora – è tornato sul tema l’altroieri, 21 febbraio 2014, attaccando l’istituzione e non il suo Chief Economist.

E adesso godetevi gli articoli, che sono più testimonianza della brillantezza di Krugman che delle supposte pecche di Padoan.

L’articolo dell’anno scorso (30 aprile 2013).

The Beatings Must Continue

Sometimes economists in official positions give bad advice; sometimes they give very, very bad advice; and sometimes they work at the OECD.
It’s almost exactly three years since the Paris-based OECD gave what may have been the worst advice of any major international organization — worse than the European Commission, worse than the ECB. Not only did it join in the demand for fiscal austerity, it also demanded that the US start raising interest rates rapidly, so as to head off the threat of inflation — even though its own models showed no such threat.
So here we are three years later. No inflation takeoff in America (and the Fed trying to find ways to boost demand at a zero rate); austerity economics has crashed and burned; the latest numbers from Eurostat look like this:
And what is the OECD’s chief economist (still the same person) saying?

The euro zone is at risk of snatching defeat from the jaws of victory by abandoning efforts to cut budget deficits and fix long-standing economic problems, the Organization for Economic Cooperation and Development‘s chief economist warned Monday.

Mr. Padoan said the growing perception that austerity has been futile is incorrect.
“Fiscal consolidation is producing results, the pain is producing results,” he said.
He added that euro-zone policy makers need to do a better job of communicating their successes to a weary population.

I believe that’s eurospeak for “the beatings will continue until morale improves.”

L’articolo dell’altro ieri (21 febbraio 2014).

Structural Reform is the Last Refuge of Scoundrels

OK, let’s be clear: I’m in favor of structural reform (as long as it’s the right kind of reform). I’m also in favor of peace, kindness, and good coffee for everyone.
But when I see influential people calling for structural reform as the universal answer to all economic problems, I get angry.
Hence my morning ire at the OECD.
Some background: the OECD is definitely one of the bad guys of this crisis. Back in 2010, it not only enthusiastically endorsed fiscal austerity, it demanded sharply higher interest rates too. When austerity and inadequate monetary stimulus led Europe to an economic performance now in line with that of the 1930s, the OECD warned vociferously against any change in course.
Now, with growth terrible and disinflation-heading-toward-deflation a real threat — largely thanks to the tight fiscal and inadequate monetary policies the OECD cheered on — the OECD warns that things don’t look good. And the answer is … structural reform!
I’m sorry: This may sound serious, but it’s intellectually lazy and cowardly.

2 Risposte to “Che cosa ha detto veramente Krugman di Padoan”

  1. Luca Tombolesi Says:

    Quando Krugman l’altro ieri parla di “my morning ire at the OCDE”, sta criticando il rapporto OCSE “Economic Policy Reforms: Going for Growth” al quale rinvia il link alle stesse parole “at the OCDE”; è a questo rapporto che si riferisce il giudizio “this may sound serious, but it’s intellectually lazy and cowardly”. E questo rapporto è introdotto dallo stesso Padoan in qualità di Deputy Secretary-General and Chief Economist, come si può vedere qui:

    Fai clic per accedere a avoiding-the-low-growth-trap.pdf

    Non è che Krugman deve ripetere sempre il nome Padoan perché si capisca a chi si riferisce. Chi è dell’ambiente e si documenta (e segue i link) sa già benissimo di chi parla. Per una volta i giornalisti italiani (dei quali per carità come categoria non si parlerà mai abbastanza male), magari per sbaglio, dicono il vero.

    • borislimpopo Says:

      D’accordo. Ma quando scrivevano facevano ancora riferimento al post del 30 aprile 2013, penso, e non avevano ancora letto quello del 21 febbraio. L’articolo de La Stampa, quanto meno, è uscito prima. E comunque i giornalisti italiani devono imparare a mettere i link.


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