Settima puntata (per la sesta, andate qui).
La settima regola è (con le mie rudimentali traduzioni del pensiero di Neumeier, che non sempre condivido):
Think whole thoughts
Pensa pensieri interi
liquidagency.com
La mente umana ama le scelte binarie: o/o. A o B. Sì o no. Pollo o vitello. Le scelte semplici ci danno sicurezza, quelle aperte ci mettono in ansia. Preferiamo scegliere tra due che tra molti.
Allo stesso modo, preferiamo scomporre i problemi complessi nelle loro componenti. È più facile concentrarsi su una singola parte che considerare il problema nella sua interezza. E tuttavia, se non riusciamo a vedere bene il problema nella sua interezza, è difficile capire come le singole componenti si tengono insieme.
Per complicare ulteriormente le cose, spesso a trarci in inganno sono le nostre emozione e intuizioni – proprio gli strumenti su cui facciamo affidamenti per guidarci nel folto dell’innovazione.
In realtà, la mente umana è una massa di pregiudizi: i principianti sono ingannati da quello che credono, gli esperti da quello che sanno. Il pregiudizio più grande è quello di pensare di non averne.
L’antidoto ai pregiudizi è pensare per pensieri interi, non per frammenti. Strizza gli occhi della mente per annebbiare i dettagli. Guarda come le parti del problema si tengono insieme. Osserva una situazione complessa da molti punti di vista, in modo da vedere i collegamenti nascosti e le possibilità inattese. Comincia da tre posizioni privilegiate:
Prima posizione: il tuo punto di vista. Facile, ma non sempre affidabile.
Seconda posizione: i punti di vista degli attori rilevanti. Più difficile: richiede capacità di osservazione ed empatia.
Metaposizione: il punto di vista esterno al sistema. Il più difficile: richiede oggettività e pensiero critico, cose che non vengono immediate ai più.
La parola chiave di questo stile di pensiero “innaturale” è systems thinking. È un metodo per comprendere i problemi complessi studiando le interrelazioni tra le parti e il tutto. È un modo per vedere il quadro d’insieme e come cambia nel tempo: un po’ come guardare un film piuttosto che una serie di istantanee.
Il systems thinking ti consente di risolvere i problemi rispettando il contesto. Per esempio, se devi progettare una sedia, considera la stanza in cui andrà inserita. Se devi arredare una stanza, considera la casa di cui è parte. Se devi concepire una casa, rispetta la comunità cui appartiene. Se devi governare una comunità, considera l’ambiente che la sostiene.
Se consideri l’insieme invece dei frammenti, crei soluzioni, prodotti o esperienze in sintonia con il contesto più generale, e che hanno, pertanto, più valore.
A me questa cosa del valore mi fa venire il cimurro, e il systems thinking è un po’ banalizzato, ma il resto non è male.
mercoledì, 23 aprile 2014 alle 22:11
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