Steven Pinker – Enlightenment Now: The Case for Reason, Science, Humanism, and Progress

Pinker, Steven (2018). Enlightenment Now: The Case for Reason, Science, Humanism, and Progress. New York: Viking. ISBN: 9780698177888. Pagine 576. 11,99€.

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Non so se posso definire un pamphlet un libro di oltre 500 pagine.

A rigore no, perche secondo il Vocabolario Treccani il pamphlet (“dall’inglese pamphlet «opuscolo», a sua volta dall’antico francese Pamphilet, titolo popolare della commedia latina in versi Pamphilus seu de amore, del secolo XII, che acquistò, in Francia, il significato odierno nel secolo XVIII”) è un “libello, breve scritto di carattere polemico o satirico”. Questo carattere polemico, però, è nell’esplicito intento dell’autore, che afferma di avere scritto questo libro dopo essersi reso conto che il principio illuminista secondo cui si può applicare la ragione per promuovere il progresso umano può sembrare ovvio, banale e antiquato ma non lo è affatto, e che – oggi più che mai – gli ideali della ragione, della scienza, dell’umanesimo e del progresso hanno bisogno di una difesa incondizionata.

È dunque un pamphlet nei contenuti, e anche nella forma, se si considera la passione e la veemenza con cui Pinker – che è uno scienziato per formazione – inanella le sue considerazioni, sempre sostenute da una mole ampia e accurata di dati, grafici e tabelle. È l’attenzione maniacale all’accuratezza delle argomentazioni, alla volontà di farci capire ogni passaggio, alla completezza della documentazione che giustificano la lunghezza del testo, che però si legge senza fatica.

Il libro ha moltissimo meriti e consiglio vivamente di leggerlo.

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Le mosche robot sognano merda sintetica?

Nel celebre romanzo che ha ispirato Blade Runner, Philip K. Dick si chiedeva se gli androidi sognassero pecore elettriche (Do Androids Dream of Electric Sheep?). Il romanzo è del 1968 e Dick lo ambienta nel 1992: sono passati 45 anni dall’uscita del libro, 21 dall’epoca in cui si svolge l’azione e 31 dall’uscita del film. E, almeno in parte, il sogno degli animale robotici è diventato realtà, o quanto meno prototipo di realtà.

I ricercatori della School of Engineering and Applied Sciences (SEAS) e del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering hanno effettuato, dopo 12 anni di lavoro, il primo volo sperimentale della mosca robot.

kurzweilai.net / Robotic insect (credit: Harvard University)

Questo gioiello, poco più grande di una mosca vera (pesa 80 mg e batte le ali a una frequenza di 120 Hz, poco più lentamente dei 130 Hz dell’insetto reale), funzione sulla base di un meccanismo ingegnoso: 8 telecamere a infrarossi osservano la posizione dei catarifrangenti applicati all’insetto artificiale e ne misurano in tempo quasi reale posizione e orientamento nello spazio. I dati vengono elaborati da un computer che trasmette (per il momento via cavo) le istruzioni alle ali indipendenti del robot, che può quindi muoversi sui 3 assi spaziali.

kurzweilai.net / (Credit: Kevin Y. Ma et al./Science)

Ho trovato la notizia su KurzweiAI (A robotic insect makes first controlled test flight | KurzweilAI), che a sua volta l’ha letta su Science (Controlled Flight of a Biologically Inspired, Insect-Scale Robot).