Blade Runner

Blade Runner, 1982 (1997), di Ridley Scott, con Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Daryl Hannah, Joanna Cassidy eccetera.

Rivisto ieri sera, dopo anni. Un film troppo noto (è al 109° posto nella classifica di IMDb) per fare una vera recensione. Mi limiterò a qualche (irrilevante) notazione personale.

Avevo letto il libro (Do Androids Dream of Electric Sheep?) molto prima che ne facessero un film: mi pare sia stato il secondo che ho letto di Philip K. Dick, ma sicuramente è venuto per me dopo We Can Build You, anch’esso dedicato al tema dickiano dei simulacri.

Blade Runner appartiene in realtà alla tradizione hard-boiled: Rick Deckard è una reincarnazione di Philip Marlowe e di Sam Spade.

Il film è girato in parte al Million Dollar Theatre (307 S. Broadway, Downtown Los Angeles) che non è – contrariamente a quanto pensavo io – la stessa cosa del Million Dollar Hotel dell’omonimo film di Wim Wenders.

Rick Deckard porta l’orologio al polso (lo si vede bene nella famosa scena sul tetto: ormai siamo vicini al 2019 in cui è ambientato il film. Già ora l’orologio è diventato un elemento decorativo, che nessuno dei miei figli porta. A che serve l’orologio quando il cellulare ti dà l’ora esatta, scaricandola dal provider di telefonia? Un’altra previsione sbagliata!

Nella celebre scena qui sotto, all’inizio,  lo si vede abbastanza bene al polso sinistro di Deckard (soprattutto quando è appeso alla trave del tetto – un classico cliff-hanger – viene inquadrato più volte).

Nel sonoro originale, il famoso monologo di Roy Batty (Rutger Hauer) suona così:

I’ve seen things you people wouldn’t believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion. I watched C-beams glitter in the darkness at Tannhäuser Gate. All those moments will be lost in time like tears in rain. Time to die.

Attiro anche la vostra attenzione su quello che dice Gaff (il galoppino di Bryant), proprio alla fine dello spezzone:

It’s too bad she won’t live. But then again, who does?

2 Risposte to “Blade Runner”

  1. morgaine Says:

    Mi sembra che ci possiamo qui riallacciare al tema del mistero della vita e della morte perché quello che cercano i replicanti ribelli è non morire alla data prevista.
    E non lo ottengono.
    Ma anche gli umani, come dice Gaff, alla fine muoiono sempre.

  2. Le mosche robot sognano merda sintetica? | Sbagliando s'impera Says:

    […] celebre romanzo che ha ispirato Blade Runner, Philip K. Dick si chiedeva se gli androidi sognassero pecore elettriche (Do Androids Dream of […]


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