Mio fratello è figlio unico

“Il gioco con fratelli/sorelle è elevato sia nei giorni feriali sia in quelli festivi: circa il 62% dei bambini di 3-10 anni gioca con fratelli/sorelle fuori dall’orario scolastico (se poi si prendono in considerazione i soli bambini che hanno fratelli/sorelle, tale percentuale sale addirittura all’81%).” [Istat, La vita quotidiana di bambini e ragazzi. Anno 2008]

In altre parole: addirittura il 100% dei figli unici di 3-10 anni non gioca mai con fratelli/sorelle fuori dall’orario scolastico!

Verònica

Un bel po’ di significati (tutti dal solito De Mauro online):

  1. la tela di lino con cui la Veronica (una delle pie donne: ma evidentemente il nome viene dal miracolo stesso, dato che veronica significa semplicemente “vera immagine, vera icona”) asciugò il volto di Gesù Cristo durante la salita al Calvario e su cui sarebbe rimasta impressa l’immagine del suo viso
  2. l’immagine stessa impressa su tale tela
  3. nella corrida, figura in cui il torero aspetta l’assalto del toro tenendo la cappa distesa davanti a sé con entrambe le mani
  4. per estensione del significato precedente, nel calcio, finta che consente di superare e sbilanciare l’avversario
  5. nel tennis, volée alta di rovescio
  6. in botanica pianta del genere Veronica (della famiglia delle Scrofulariacee), con fiori azzurri o violetti, diffusa nelle regioni temperate e fredde specialmente dell’Europa e della Nuova Zelanda.

Per quelli della mia generazione e della mia provenienza geografica, un’indimenticabile canzone di Enzo Jannacci (scritta con Dario Fo e Sandro Ciotti – un premio Nobel e un radiocronista). Va da sé che la canzone fu censurata, non passò mai per radio e circolava tra noi adolescenti in modo clandestino.

Se mi consentite di essere pedante e didascalico (e se non me lo consentite fa lo stesso), la genialità della canzone risiede nel fatto che il coretto iniziale (in pé, con la é stretta nella pronuncia milanese) sembra avere soltanto una funzione ritmica, come se fosse, che so, zum-pa-pa; e invece si scopre, più avanti, che significa proprio “all’impiedi”, per caratterizzare le frettolose ma economiche prestazioni della nostra eroina. Il risultato è che non mi possono presentare nessuna Veronica senza che io pensi al Teatro Càrcano.

(coro): In pé! In pé! In pé! In pé!
Veronica,
amavi sol la musica sinfonica
ma la suonavi con la fisarmonica,
Veronica, perchè?
Veronica,
se non mi sbaglio stavi in via Canonica;
dicevi sempre: “voglio farmi monaca!”
ma intanto bestemmiavi contra i pré!
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te, oh!
(coro): In pé! In pé! In pé! In pé!
Veronica,
il primo amor di tutta via Canonica:
con te, non c’era il rischio del platonico,
Veronica, con te!
Veronica,
da giovane, per noi eri l’America:
davi il tuo amore per una cifra modica
al Carcano, in pé, ma…
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te, oh!
Veronica,
l’amor con te non era cosa comoda,
nè il luogo, forse, era il più poetico:
al Carcano, in pé; ma…
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te,
mi lasciasti fare senza domandare…
al Carcano, in pé!