La considerazione ovvia è che se abbiamo peli all’inguine e sotto le ascelle significa che questo comporta un vantaggio evolutivo (chi era glabro è morto lasciando meno discendenti). Eppure la pubblicità li chiama “peli superflui” e si spendono milioni per radersi o farsi la ceretta.
Ora un medico suggerisce che la guerra al pelo pubico deve cessare e ammonisce contro i rischi della depilazione. La depilazione, infatti, con qualunque mezzo sia effettuata, comporta microscopiche lesioni, aprendo una possibile strada a molti patogeni. Inoltre, il pelo pubico ha una funzione importante nel segnalare la maturità sessuale e protegge dalle frizioni e irritazioni cui inguini e ascelle sono esposti. L’irritazione si accompagna spesso all’arrossamento e al sudore, creando un ambiente di coltura favorevole ai funghi (infezioni micotiche), ai batteri (soprattutto lo streptococco, lo stafilococco aureo e il suo pericoloso cugino resistente alla meticillina – MRSA) e all’herpes genitale.
domenica, 12 agosto 2012 alle 18:44
[…] 76 percent of a sample of 235 female undergraduates from Australia reported having removed their pubic hair at some point in their lives. Sixty-one percent currently did so, and half of this sample said that […]