Una classifica delle politiche sulla droga

L’8 agosto 2012 Tony O’Neill ha pubblicato su The Fix (una rivista online dedicata alle dipendenze e a come uscirne) un articolo provocatorio ma interessante: The World’s Best Drug Laws. Sperando di fare cosa utile ne riprendo alcuni punti.

What are the best and worst countries to live in if you’re a drug user? What is a really good set of drug laws, anyway? One man’s view: as provocative and contentious as you’d expect.

What are the best countries to call home if you take drugs? It’s a simple question on the surface, but one fraught with complexities. For many people, the best country in the world might be one that has successfully managed to prevent drugs from being available to its citizens. But since such a place doesn’t exist, and never will—not even within the walls of a prison—this list considers the question from the perspective of harm reduction.

Penalizing drug users for their habits does little to curb levels of use or improve the lot of addicts; the mushrooming HIV crisis in punitive Russia is a perfect example. So where are people who use drugs least likely to end up in harsh criminal justice systems? Where can users access their drugs of choice without having to take risks in dangerous environments? And where can they get on with their lives without stigma, secrecy and shame—whether or not they ultimately decide to get clean?

The World's Best Drug Laws

thefix.com / Thinkstock

I 5 paesi con le leggi migliori, in ordine crescente:

  • 5ª posizione: Paesi Bassi. Sorprendente, no? Ma da fine anno entra in vigore il divieto di accesso ai coffee-shop per i turisti. La tendenza repressiva è in corso da anni: soltanto nel 2007 a Rotterdem sono stati chiusi dalla polizia 27 coffee-shop, dal 2008 sono vietati i funghetti magici ed è in discussione un disegno di legge per classificare “droga pesante” la cannabis se il contenuto in THC supera il 15%.
  • 4ª posizione: Perù. L’America latina sta facendo passi da gigante e il Perù è il paese più avanti. Secondo l’articolo 299 del codice penale è legale detenere per uso personale 2 g di cocaina, 4 di pasta di cocaina, 8 di marijuana, 1 di resina d’oppio (oppure 200 mg di oppio raffinato), 250 mg di MDMA e altre metamfetamine. Non più di 2 tipi per persona, però.
  • 3ª posizione: Repubblica Ceca. Dal 2010 il più liberale degli Stati membri dell’Unione europea insieme al Portogallo. Il possesso di 15 g di marijuana o di 5 piante di canapa è punito con un’ammenda modesta. La vendita e lo spaccio sono proibiti, ma il possesso a uso personale copre 5 g di hashish, 40 funghetti, 5 piante di peyote, 5 dosi di LSD, 4 di estasi, 2 g di amfetamina, 1,5 g di eroina, 1 g e 5 piante di coca.
  • 2ª posizione: Portogallo. Dal 2001 totale depenalizzazione ed enorme successo della politica in termini di diminuzione delle dipendenze e dei sieropositivi.
  • 1ª posizione: USA. Paradossalmente e polemicamente, l’autore colloca gli Stati Uniti al primo posto, dati i livelli di consumo pro capite delle droghe illegali. E soprattutto al primo mposto per il consumo ricreativo di farmaci: 16 milioni di americani nel solo 2009. E con un futuro verosimilmente in ulteriore crescita: il 2,7% dei 14enni, il 7,7% dei 16enni e l’8,0% dei 18enni ha utilizzato a fini ricreativi il Vicodin (contiene l’oppiaceo idrocodone); il 2,1% dei 14enni, il 4,6% dei 16enni e il 5,1% dei 18enni l’OxyContin (ossicodone).

I 5 paesi da incubo, sempre in ordine crescente:

  • 5ª posizione: Thailandia. Leggi da età della pietra. Un’irruzione della polizia e poi riabilitazione forzarta in una campo di lavoro.
  • 4ª posizione: Russia. 1,8 milioni di eroinomani e un’epidemia rampante di HIV. Nessuna politica della riduzione del danno. La riabilitazione forzata può arrivare alla lobotomia.
  • 3ª posizione: Iran. Regime iper-repressivo e impiccagioni di massa. Il risultato: 130.000 nuovi drogati ogni anno.
  • 2ª posizione: Cina. Il paese che ci ha dato la carta, la polvere da sparo e i giocattoli con vernici tossiche al piombo continua a seguire in tema di tossicodipendenze la politica di Mao Ze Dong (che estirpò il problema dell’oppio a forza di esecuzioni capitali): una visita della polizia segreta a domicilio all’alba, un test estemporaneo coatto, 2 anni di lavoro duro in un campo di prigionia. I risultati? un mercato, per la sola eroina, stimato in 3,25 miliardi di USD.
  • 1ª posizione: USA. Basta un dato: con il 5% della popolazione mondiale, conta il 25% della popolazione carceraria mondiale, con una forte presenza di tossicodipendenti che non possono permettersi programmi di disintossicazione (non c’è una politica pubblica). Dal 1980, cioè dall’entrata in vigore della “War on drugs”, i detenuti per droga sono passati da 41.000 a 500.000. Prevalgono, va da sé, neri e latino-americani.
Pubblicato su Segnalazioni. 1 Comment »

Una Risposta to “Una classifica delle politiche sulla droga”

  1. il barbarico re Says:

    Tra l’altro pare che in Russia la politica di repressione nei confronti dell’eroina ha portato a un aumento dell’uso della desomorfina (krokodil) che pare sia molto peggio dell’eroina.


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