Steven Heller, l’autore dell’articolo Mayor to Londoners: Don’t Jump (noi ne abbiamo parlato qui), ma anche dello scherzo riuscitissimo e veramente professionale nella realizzazione, torna sull’argomento e ripropone qualche precedente.

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La sua tesi, che condivido appieno, è che chi concepisce e realizza questi scherzi svolge il ruolo del giullare teorizzato da Dario Fo: mettere in questione la realtà costruita dai potenti e percepita dai più e sostituirla con una realtà più “vera” perché scrostata dalle sovrastrutture.

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Il momento in cui il bambino (un’altra figura di giullare o trickster) esclama «Il re è nudo!» è – almeno in potenza – un momento di paradigm shift nel senso reso popolare (fin troppo) da La struttura delle rivoluzioni scientifiche di Thomas S. Kuhn.

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Tra i precedenti, più o meno illustri, della sua irriverente pubblicità-progresso contro il suicidio in metropolitana, Heller cita una (falsa) pubblicità della Volkswagen Polo: «Piccola ma tosta».
Sempre la VW è stata protagonista di una finta inserzione pubblicitaria ai tempi dell’incidente di Ted Kennedy pubblicata sul National Lampoon:
Il 18 luglio 1969, dopo una festa sull’isola di Chappaquiduick (Martha’s Vineyard) a bordo della sua Oldsmobile Delta 88, Ted uscì di strada all’altezza di Dike Bridge. La macchina cadde in mare e colò a picco. Ted non era solo, ma con una giovane donna, Mary Jo Kopechne, che annegò. Ted, dopo aver tentato di salvarla, tornò al luogo della festa chiedendo aiuto ai parenti della vittima e al suo avvocato prima di avvertire la polizia. […] La reputazione politica di Ted era comunque danneggiata. Quando si presentò alle primarie del 1980 contro il presidente Jimmy Carter, non riuscì a far placare lo scandalo. [Wikipedia]
L’idea è che la VW è così ben fatta che sarebbe rimasta a galla.

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Kennedy ottenne che il numero fosse ritirato dalle edicole e che fosse pubblicata una smentita. Il National Lampoon allora scrisse: «Even if Ted Kennedy had driven a Volkswagen he wouldn’t be president today.»
Naturalmente, in Italia vengono subito in mente i falsi de Il Male.

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Soprattutto la foto di Aldo Moro durante la prigionia, in camicia slacciata sul collo, che riprendeva un’allora celebre pubblicità della Marzotto: Oggi delle pubblicità originaria non c’è più traccia sul web, mentre la parodia de Il Male è passata alla storia.
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