Camminando e cantando – Sergio Endrigo

Stamattina (24 febbraio 2013) dagli abissi di iMatch è emersa questa canzone, che ricordavo a stento e di cui non avevo forse mai ascoltato con attenzione le parole. Mi è sembrato un piccolo viatico per le giornate elettorali e, con il medesimo spirito, la ripropongo a voi.

Camminando e cantando la stessa canzone
Siamo tutti uguali chi è d’accordo e chi no
Nelle fabbriche, a scuola, nei campi, in città
Camminando e cantando la stessa canzone

Fa chi vuole fare e chi vuole andare va
Chi è stanco di aspettare una strada troverà
Fa chi vuole fare e chi vuol sapere sa
Che la speranza è un fiore ma frutti non ne dà

Il soldato armato, amato o no
Con in mano il fucile non sa cosa fa
In caserma si insegna una antica lezione
Di morir per il re e non sapere perché

Fa chi vuole fare e chi vuole andare va
Chi è stanco di aspettare una strada troverà
Fa chi vuole fare e chi vuol sapere sa
Che la speranza è un fiore ma frutti non ne dà

Nelle fabbriche, a scuola, nei campi, in città
Siamo tutti soldati armati o no
Camminando e cantando la stessa canzone
Siamo tutti uguali chi è d’accordo e chi no

Nella mente l’amore e negli occhi la gioia
La certezza nel cuore, nelle mani la storia
Camminando e cantando la stessa canzone
Imparando e insegnando una nuova lezione

Fa chi vuole fare e chi vuole andare va
Chi è stanco di aspettare una strada troverà
Fa chi vuole fare e chi vuol sapere sa
Che la speranza è un fiore ma frutti non ne dà

Era il 1968 ed Endrigo (che sotto l’aria timida e mesta era un coraggioso) la presentò a Canzonissima, la trasmissione del sabato sera legata alla Lotteria di Capodanno. Ne aveva scritto lui il testo italiano, traducendo la canzone di Geraldo Vandrè, come lui stesso raccontò:

Geraldo Vandrè è un cantante brasiliano di cui avevo ascoltato in Brasile la canzone, Pra Nâo Dizer Nâo Falei Das Flôres, che mi era piaciuta molto. Ne tradussi il testo in italiano intitolandola Camminando e cantando. La presentai a Canzonissima ’68, dove ero sicuro di passare il primo e il secondo turno, ma sapevo benissimo che non sarei mai riuscito a passare anche il terzo, per cui a quel punto scelsi di cantare una cosa che piaceva a me. Non cercavo la canzone facile ed orecchiabile e preferii usare quella possibilità per dare spazio a canzoni un po’ più difficili. [Sergio Endrigo. La Voce Dell’Uomo. Edizioni Associate. 2002]

Caminhando e cantando e seguindo a canção
Somos todos iguais braços dados ou não
Nas escolas, nas ruas, campos, construções
Caminhando e cantando e seguindo a canção

Vem, vamos embora que esperar não é saber
Quem sabe faz a hora não espera acontecer
Vem, vamos embora que esperar não é saber
Quem sabe faz a hora não espera acontecer

Pelos campos a fome em grandes plantações
Pelas ruas marchando indecisos cordões
Ainda fazem da flor seu mais forte refrão
E acreditam nas flores vencendo o canhão

Há soldados armados, amados ou não
Quase todos perdidos de armas na mão
Nos quarteis lhes ensinam uma antiga lição
De morrer pela pátria e viver sem razão

Nas escolas, nas ruas, campos, construções
Somos todos soldados armados ou não
Caminhando e cantando e seguindo a canção
Somos todos iguais braços dados ou não

Os amores na mente, as flores no chão
A certeza na frente, a historia na mão
Caminhando e cantando e seguindo a canção
Aprendendo e ensinando uma nova lição

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