Il NYTimes sdogana Gérard de Villiers e SAS Malko Linge

Almeno dai tempi del commediografo latino Terenzio (Homo sum: nihil humani mihi alienum puto) si sa che ognuno di noi ha due poli, come una calamita, e nasconde (per quanto gli riesce e con molte eccezioni) i propri lati oscuri. Il mondo è pieno di buoni predicatori e pessimi razzolatori. I figli d’una mignotta più cinici e privi di scrupoli ingrossano le schiere dei baciapile. Eccetera eccetera. La saga di Star wars lo chiama il lato oscuro della forza (the dark side of the Force).

mondoinformazione.com

Questa premessa non vi tragga in inganno. Non sto per svelarmi tutti i miei lati oscuri. La protezione che mi offre il mio liso nom de plume è troppo esigua, come una mutandina di Belen o di Viviane Castro (qualcuno se ne ricorda?).

haisentito.it

Un lato oscuro, però, lo posso svelare: per anni soprattutto (ma, ahimè, non solo) nei lunghi viaggi in treno (che in era pre-AV erano davvero lunghi, 6-8 ore tra Milano e Roma) ho letto Segretissimo. Ma non tutto quello che la collana offriva, ma quasi esclusivamente le avventure di SAS (Sua Altezza Serenissima) Malko Linge, principe austriaco e agente speciale della CIA. Protagonista dei romanzetti fascisti, razzisti, imperialisti, sessisti, sadici, violenti e francamente pornografici di Gérard de Villiers. Per di più, i romanzi di de Villiers sono esplicitamente seriali; mescolano un ben dosato amalgama di sesso violenza esotismo e attualità politica; sembrano scritti con una cartina e una guida turistica davanti agli occhi; fanno pensare a una squadra di negri che prepara almeno i canovacci (altrimenti, come farebbe l’arzillo ottantenne a pubblicarne 5 all’anno?); e, soprattutto, sono inzeppati di pubblicità latente (Malko beve soltanto quello champagne o quella vodka, scende in quella catena di alberghi, si serve di quell‘arredatore – tutti rigorosamente francesi, manco a dirlo).

nytimes.com

Ecco fatta la confessione. Mi sento sollevato? No, per la verità.

Ma pensavo fosse (fosse stata, per l’esattezza: il combinato disposto dell’Alta velocità e dell’e-book non dà più alibi) una debolezza imperdonabile finché non ho letto il lungo articolo di Robert F. Worth sul Magazine del New York Times del 30 gennaio 2013 che , pur senza nascondere nessuno degli aspetti negativi del personaggio e del suo autore, ne fa un fenomeno di politica estera, se non di letteratira o di costume. Leggere per credere (qui un breve estratto, per l’articolo intero seguite il link).

The Spy Novelist Who Knows Too Much

The book was the latest by Gérard de Villiers, an 83-year-old Frenchman who has been turning out the S.A.S. espionage series at the rate of four or five books a year for nearly 50 years. The books are strange hybrids: top-selling pulp-fiction vehicles that also serve as intelligence drop boxes for spy agencies around the world. De Villiers has spent most of his life cultivating spies and diplomats, who seem to enjoy seeing themselves and their secrets transfigured into pop fiction (with their own names carefully disguised), and his books regularly contain information about terror plots, espionage and wars that has never appeared elsewhere.

Un altro ritrovamento di ambra grigia su una spiaggia inglese

Chi ne sa anche poco di statistica e probabilità (materia ormai introdotta nei programmi di matematica delle scuole secondarie) sa che anche eventi indipendenti e relativamente rari possono presentarsi in modi che contraddicono le nostre aspettative. Restiamo comunque stupiti quando in un lancio di monetine ci viene testa per 5 volte di fila o se due fratelli muoiono entrambi perché, a distanza di anni e di km, un’aquila lascia cadere sulla loro testa una tartaruga.

Quindi, la circostanza che nel giro di 6 mesi ci siano stati su 2 spiagge inglesi 2 ritrovamenti fortuiti di ambra grigia, quando il fenomeno è rarissimo e accade di solito nel Pacifico [come racconta Christopher Kemp nel suo Floating Gold: A Natural (and Unnatural) History of Ambergris, che ho recensito qui, ma di cui avevo parlato anche qui], lascia – se non stupefatti – almeno un po’ pensosi.

Del primo ritrovamento era stato protagonista un bel bambino biondo di 8 anni, Charlie Naysmith, che aveva trovato un pezzo di 6 etti di ambra grigia (valore stimato in 50.000 €) su una spiaggia vicino a Bournemouth, sulla costa meridionale inglese, di fronte all’estrema punta della Normandia. Ne avevamo parlato qui.

Charlie Naysmith / bournemouthecho.co.uk

Più di recente, il 31 gennaio (se ho ricostruito bene) un disoccupato inglese, Ken Wilman, ne ha trovato un pezzo di quasi 3 kg mentre passeggiava con il suo cane su una spiaggia di Morecambe (vicino a Lancaster, Inghilterra nord-occidentale). Si parla di un valore di 100.000 £ (115.000 €), ben superiore a quello del pezzo, più piccolo, trovato da Charlie.

Ken Wilman e il suo cane / huffpost.com

Naturalmente i quotidiani, compreso il prestigioso The Guardian, non si sono sottratti al solito sciocchezzaio sul vomito di balena.

Whale vomit found on beach could be worth £100,000 – video

Per fortuna The Guardian è un giornale serio e non ci ha messo molto a correggersi:

It’s not ‘whale vomit’, it’s ambergris. It’s a nice word, and useful, so let’s use it

 

It’s condescending and banal to reach for simpler, less accurate words for something when perfectly good ones already exist

di Deborah Orr
The Guardian, Saturday 2 February 2013

Ambergris is a beautiful and long-established word for a strange and unusual substance, produced in the digestive system of sperm whales, and eventually excreted through one of only two possible exits. It has been used since ancient times in the manufacture of perfume. So it’s rather a shame that the media now prefers to refer to it as “whale vomit” or, for a bit of variation, “whale poo” – as if the world is a kindergarten. It has been in the news because Ken Wilman found a lump while walking on the beach with his dog. Unlike whale vomit or whale poo, it’s valuable.
So, if you’re of a romantic nature, but for some reason unable to say “amber” or “gris”, you can opt for “floating gold”. And if you’re as condescending and banal as so many journalists appear to be, you can refer to gold as “ground riches”, in case anyone in your audience is three.

E i quotidiani italiani? Il prestigioso Il corriere della sera l’avevamo già beccato, con un articolo scopiazzato del suo “prestigioso corrispondente” Elmar Burchia in occasione del ritrovamento di Charlie Naysmith. Adesso è il turno di La Repubblica del 2 febbraio 2013:

Trova vomito di capodoglio: vale 117mila euro

Ken Wilman e il suo labrador Madge si sono imbattuti, camminando sulla spiaggia del Lankashire [sic!], in una pietra rarissima del valore di circa 100mila sterline (117mila euro). Lì per lì Ken non si è reso conto della fortuna ma tornato a casa, dopo qualche ricerca, è tornato indietro a prenderla. Infatti la pietra preziosa è di vomito di capodoglio, chiamato anche ambra grigia o oro fluttuante, e viene usato per produrre profumi come Chanel No.5, incensi e aromi gastronomici. “Di primo impatto il profumo era fastidioso, ma più la odoravo e più diventava piacevole” ha affermato Ken. Un profumiere francese gli ha già offerto 50mila euro.

Ma la responsabilità prima (ma La Repubblica non va comunque assolta, perché non farebbe male un po’ di fact checking – di cui recentemente tutti si riempiono la bocca più o meno a proposito – e anche un po’ di controllo ortografico, per scrivere Lancashire) va all’agenzia ANSA che la notizia, il 31 gennaio, l’ha battuta così:

Gb: trova raro ‘vomito balena’ in spiaggia,vale 50 mila euro

(ANSA) – LONDRA, 31 GEN – Sembra una roccia giallastra e maleodorante ma in realtà nasconde un tesoro. Un britannico ha trovato in una spiaggia del nord-ovest dell’Inghilterra il cosiddetto ‘vomito di balena’, la rarissima ambra grigia usata in profumeria, e per il reperto gli sono stati offerti 50 mila euro.
Ken Wilman è così finito col suo cane Madge sulle tv e sui giornali del Regno Unito. “Quando l’ho vista mi sono fermato e per curiosità l’ho presa in mano ma dopo aver sentito la puzza l’ho subito rimessa sulla sabbia”, ha spiegato il britannico, descrivendo la sostanza che viene prodotta nell’intestino dei capodogli durante la digestione. Ma poi non ha resistito e l’ha portata via scoprendo che si trattava di un pezzo rarissimo. Ora si è fatto avanti un acquirente francese che la vorrebbe, molto probabilmente per usarla nella preparazione di profumi.(ANSA).