Riccardo Romani – Le cose brutte non esistono

Romani, Riccardo (2013). Le cose brutte non esistono. Roma: 66thand2nd. 2013. ISBN 9788896538623. Pagine 203. 2,99 €

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Penso di non essere il solo a nutrire pregiudizi sui giornalisti, associando alla categoria nel suo complesso (lo so che ci sono delle eccezioni, ma se non generalizzassi che pregiudizio sarebbe?) una letale combinazione di sciatta cialtroneria e magniloquente ipertrofia dell’io. Naturalmente, so benissimo che non ci si nasce, ma ci si diventa, spesso dopo una lunga e precaria gavetta. Ma – come molti celenterati – dopo quest’avventurosa fase larvale, il giornalista individua un luogo adatto a un ancoraggio auspicabilmente definitivo, atrofizza i propri neuroni e si mette a diffondere a mezzo stampa i propri profondi pensieri. In vetta alla catena alimentare stanno gli editorialisti e gli elzeviristi, atti a pontificare sul nulla in stile compiaciuto e pomposo: due nomi mi vengono subito in mente, ma eviterò di farlo (chi è interessato può trovare qualche indizio qui e qui).

Ciclo vitale di una medusa: 1–3 La larva cerca un sito adatto 4–8 Crescita del polipo 9–11 Strobilazione 12–14 Fase della medusa [wikimedia.org/wikipedia/commons]

Oltre all’irritazione che si accompagna a questo pregiudizio, per i giornalisti provo anche un po’ d’invidia. Mi spiego. Spesso, almeno in Italia, i giornalisti scrivono romanzi e racconti (basti per tutti l’esempio preclaro di Dino Buzzati). Sarà una coincidenza, ma gli ultimi due romanzi che ho letto in italiano, questo e L’ira funesta, sono stati entrambi scritti da giornalisti. A partire da qui, mi è facile immaginare che i giornalisti – protetti da un albo professionale agguerrito e da casse di previdenza ben fornite – trascorrano un’esistenza lavorativa relativamente privilegiata e protetta, al riparo delle accuse di essere improduttivi e da complicati (e spesso cervellotici) meccanismi di valutazione delle performance che ormai avvelenano l’esistenza dei dirigenti pubblici, anche dei più defilati. Un tempo non era così, e i romanzieri per campare lavoravano in ambito commerciale (Fernando Pessoa, Italo Svevo) o assicurativo (Franz Kafka). Tra i dirigenti pubblici, soltanto ai magistrati (come De Cataldo o Carofiglio) è rimasto abbastanza tempo libero per scrivere romanzi.

Di Riccardo Romani non conosco l’opera giornalistica. Sul suo sito (www.riccardoromani.it), Romani scrive di sè questa breve biografia:

Riccardo Romani è reporter e scrittore che narra storie da oltre vent’anni. Dopo Milano, New York, Buenos Aires e Roma, oggi vive a Londra dove lavora per SkyTG24. I suoi reportage sono stati pubblicati in tutto il mondo. Ha collaborato con il regista Alfonso Cuaron al documentario “The possibility of Hope” (2007). Per Sky ha scritto e diretto “The Election Game”, sul sistema elettorale americano (2008), e il documentario “Coca Nostra” sul viaggio che la cocaina compie dal Sudamerica fino alle strade italiane (2011). Con Dario Torromeo ha pubblicato la biografia di Carlos Monzon. Il suo primo romanzo – Le Cose Brutte Non Esistono – è in libreria (Editore 66th and 2nd).

Ma ho anche scoperto (e vi giuro che non è stata un’indagine né difficile né pericolosa)che Riccardo Romani cura anche la rubrica La posta del cuore di marie claire, dove si presenta così:

Riccardo Romani, calciatore mancato, giornalista, sognatore curioso, aspirante fotografo, capricorno. Ha vissuto 15 anni a New York, raccontando storie in giro per il mondo. Oggi vive a Londra e confida nel grande amore. Collaboratore di Marie Claire, risponde a dilemmi sentimentali inviati (in sintesi) dalle lettrici.

Divertente, no? Il multiforme Romani. Ma tutto questo non ha quasi nulla a che fare con il bel romanzo che Romani ha scritto, Nonostante qualche piccolo cedimento (la guerra di Bosnia è un po’ inflazionata, non vi pare?) questo è un bel romanzo, maturo pur essendo un romanzo d’esordio. Il romanzo è ben costruito, non in una sequenza temporale lineare, ma in un succedersi di “scene” funzionali alla narrazione complessiva. Ma a mio parere, il pregio maggiore del libro è nella scrittura asciutta, “americana” viene da dire, ma senza essere manierata. Io l’ho letto d’un fiato, anche se non è un thriller o un page-turner, e non mi sono accorto (effetti dell’e-book) di aver letto 300 pagine. Ringrazio la persona che me ne consigliato la lettura e ne approfitto per segnalarvi questa nuova casa editrice, romana con radici newyorkesi, 66thand2nd, che propone traduzioni di autori americani poco conosciuti da noi e, ora, anche nuovi autori italiani.

Per quello che conta (se non lo leggerete, conoscere la vicenda è inutile; ma se intendete leggerlo, come io vi consiglio, sapere in anticipo di che parla toglie una parte della sorpresa), la storia è riassunta dall’editore quel tanto che basta per incuriosire:

Un ragazzo di provincia esce dal guscio di una giovinezza strozzata per costruirsi una vita tutta sua. Il difficile rapporto con il padre, i misteriosi viaggi di quest’ultimo, gli ammalianti racconti di Alfonso Duro, la ricerca della verità filtrata dall’amore travolgente per Senida lo porteranno a vagare per l’America dei grandi spazi dove sparire non è una conquista, specie quando il nulla ti esplode dentro.Cosa rimane di questo sogno rovesciato? Un ragazzo di provincia in un mondo stanco e in preda al caso.

Ma davvero il libro si gioca tutto sul modo di scrivere di Romani e le mie citazioni dovrebbero essere sufficienti a darvene un’idea (riferimenti alle posizioni Kindle).

Ormai ho il sangue ingolfato di serotonina. [1005]

[…] una radiolina modulata su frequenze lontane. [1235]

Vorrei solo poter avere una seconda opportunità, anche se non ricordo quando mi sono lasciato sfuggire la prima. [1665]

Ho letto da qualche parte, preparando le mie lezioni, che per tenere i parassiti lontani da casa è meglio utilizzare tubi metallici anche per le linee elettriche. [1734]

Mi rivolge la parola come riprendendo una conversazione interrotta poco prima. Emana la sicurezza di chi si è preso cura di te da una vita. È diverso dal mio dottore. Noto che ha scelto di sedersi al mio fianco, non di fronte come fanno tutti. Non si rivolge a un paziente ma a una persona di famiglia. [1791]

«L’amore è solo una cospirazione. Un fastidio. Non ho mai capito come funziona, a dire il vero». [2040]

Non ho mai avuto amici veri. Non trovo plausibile che qualcuno intenda farmi del male. Se non ti aspetti di essere amato è difficile avere paura di essere odiato. [2208]

Ad un certo punto la vita prende una piega e tu ti pieghi insieme a lei. [2776]

È una donna alla quale si è smesso di chiedere l’età. [2896]

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