È morto oggi, 5 gennaio 2014, Eusébio da Silva Ferreira, il più grande calciatore portoghese di sempre (con buona pace di Cristiano Ronaldo e Luis Figo, che peraltro sono i primi a riconoscerlo).
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Io l’ho visto giocare dal vivo una sola volta, il 27 maggio 1965, a San Siro, sotto una pioggia torrenziale, quando l’Inter vinse la sua seconda Coppa dei campioni, contro il Benfica di Eusébio, grazie a un gol di Jair.
L’Inter giocava nella sua formazione leggendaria di coppa, quando gli stranieri potevano essere 3: Sarti Burgnich Facchetti, Bedin Guarneri Picchi, Jair Mazzola Peiró Suarez Corso.
Il Benfica era fortissimo: basti dire che nei quarti le aveva suonate 5-1 al Real Madrid.
La partita fu in dubbio fino all’ultimo: un nubifragio aveva trasformato il campo in un acquitrino che neppure le paludi del Pripyat… Alla fine si giocò. Il mago Herrera temeva che l’Inter, più veloce e amante del contropiede, sarebbe stata danneggiata dalle condizioni del campo: il Benfica era squadra più tecnica e preferiva un gioco più manovrato. L’Inter tenne bene il campo, mantenendo l’iniziativa, senza riuscire però a sfondare. Il gol arrivò alla fine del primo tempo, al 42′: Corso, cadendo, riuscì a passare una palla utile e Mazzola, che a sua volta la girò a Jair. Il tiro del brasiliano fu preciso ma non forte: telefonato, si diceva all’epoca. Il portiere si fece sfuggire la palla, probabilmente viscidissima, e non ci fu niente da fare.
Ecco il filmato. Il trionfo finale mi emoziona ancora.
Sbagliando s'impera 
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