Ci siamo occupati molte volte della ristrutturazione del nodo Termini della metropolitana di Roma, iniziata nell’aprile del 2011 e inaugurata alla vigilia delle elezioni comunali del 26-27 maggio, segnalando – tra l’altro – la circostanza che a una pioggia appena abbondante c’erano infiltrazioni d’acqua.
Il simbolo delle infiltrazioni nei mezzanini, per me, era diventato il secchio di plastica, unico segno di un intervento di chi dovrebbe gestire il servizio.
Piove sul bagnato
Temo che ieri, però, un secchio non sia stato sufficiente …
Alla fine ieri (11 febbraio 2013) a Roma non è nevicato: nevica a ogni morte di papa, hanno detto i romani con la consueta arguzia, non quando il papa si dimette come un premier qualunque (insomma, più Monti che Montini).
E non è neppure arrivata la temuta gelata. I grigi sacchi di plastica pieni di sale che erano comparsi in alcune postazioni strategiche del centro storico sono altrettanto sollecitamente spariti (sarà intervenuto l’esercito? la protezione civile? gli operatori ecologici? o serviranno a insaporire gli involtini primavera nei ristoranti cinesi della capitale per i prossimi decenni?).
Però è piovuto, a tratti abbondantemente. E quindi, come non ci stancheremo di segnalare, a costo di sfinirvi, si è creata la solita bella pozzanghera nel mezzanino di Termini (di recentissima realizzazione). Ne abbiamo già parlato più volte (qui, qui e qui).
Siamo tornati al secchio rosso, dopo quello blu dell’altra mattina. Adesso aspettiamo il secchio lilla per mettersi al passo (o allo scivolone) con la nuova linea M5 dei rivali milanesi.
il 10 aprile 2010 iniziano i lavori per il rifacimento della stazione Termini delle linee metropolitane A e B
costo previsto 63 milioni di euro
grandi disagi per le migliaia di persone che ogni giorno passano dalla stazione: deviazioni, percorsi di guerra, entrate e uscite chiuse
i lavori avrebbero dovuto concludersi (dopo vari rinvii) il 31 dicembre 2012
non è stato così, i lavori sono ancora in corso, alcune entrate sono ancora chiuse.
Alcune critiche, però, le abbiamo già fatte (qui e qui) e possiamo riassumerle così:
il problema dei flussi in entrata e in uscita che si intersecano non è ancora stato risolto, nonostante i buffi «fumettoni» appiccicati a terra
il pavimento di pietra liscia color antracite, indubbiamente più bello di quello in gomma, è però decisamente scivoloso (e comunque i «fumettoni» rovinano l’effetto estetico)
le contropareti di metallo smaltato bianco, belle e luminose, sottraggono parte del già esiguo spazio dei corridoi e delle banchine.
Soprattutto, continua a pioverci dentro. Esattamente nello stesso punto segnalato a novembre.
Come si rimedia? Nel lungo periodo non lo so, ma non lo sa neanche Metroroma, che in 3 mesi non ha trovato una soluzione. Nel breve periodo, si è fatto ricorso a una tecnologia anni Sessanta. Qualcuno ricorda il Carosello con Gino Bramieri? E mo? Moplen. Un bel secchio di plastica e passa la paura.
Rimetto la stessa foto che avevo messo a novembre – così evito di fare una cosa illecita, che fare foto sarebbe vietato (anche se non capisco perché). L’unica differenza è che oggi il secchio era blu, non più rosso. Il resto tutto uguale. Sempre latitante un avviso che avverta del pericolo di scivolare, come è obbligatorio (penso) nei luoghi pubblici. Qui, come è facile immaginare, passano ogni giorno migliaia di persone.
Da 2 giorni la situazione è questa. Fuori non piove più, ma l’infiltrazione dal soffitto continua.
Nemmeno un avviso che avverta del pericolo di scivolare, come è obbligatorio (penso) nei luoghi pubblici. Qui, come è facile immaginare, passano ogni giorno migliaia di persone.
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Prof. Giorgio Alleva, ex Presidente Istat
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