George Whitman, deceduto ieri a 98 anni, era il proprietario della famosa libreria parigina di libri in inglese, Shakespeare and Company.
In origine, Shakespeare and Company fu aperta da Sylvia Beach il 17 novembre 1919 al numero 8 di rue Dupuytren, e si trasferì nei più ampi locali di rue de l’Odéon 12 nel 1922. Chiuse nel 1941, durante l’occupazione nazista, e non riaprì mai più. La prima libreria è legata ai nomi di Ezra Pound, Ernest Hemingway e Ford Madox Ford, ma soprattutto a quello di James Joyce, che la chiamava Stratford-on-Odéon e che vi pubblicò Ulysses nel 1922.
La seconda fu aperta da George Whitman nel 1951 in rue de la Bûcherie 37, praticamente di fronte a Notre Dame, al km 0 di Parigi, da cui parte la numerazione delle pietre miliari. Originariamente Le Mistral, fu ribattezzata Shakespeare and Company in omaggio a quella originaria di Sylvia Beach. In questa seconda incarnazione, è legata alla generazione beat di Allen Ginsberg, Gregory Corso e William S. Burroughs, oltre che al Lawrence Ferlinghetti della libreria-amica City Lights Books di San Francisco.

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La libreria ha anche 13 letti, in cui hanno dormito 40.000 persone, tra cui Henry Miller e Anaïs Nin.
La libreria è ancora frequentata da autori importanti come Paul Auster e Marjane Satrapi, oltre che da me che mi ci sono fermato l’ultima volta la mattina dell’8 dicembre scorso.

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Nel 2005, il Sundance Channel ha trasmesso un documentario di 52 minuti, Portrait of a Bookstore as an Old Man, dedicato a George Whitman. Eccolo: