Fact checking sociale – Luca De Biase

La notizia è della settimana scorsa, ma sono stato fuori qualche giorno e non ho avuto il tempo di tenerm/vi aggiornati. L’oggi di cui si parla era, mi pare, il 28 aprile 2012.

Cito dal blog di Luca De Biase: Fact checking sociale – Luca De Biase

Una piattaforma per il factchecking collaborativo viene presentata oggi a Perugia. È un progetto di Ahref al quale collaboro.

I cittadini che hanno un dubbio su un fatto che è stato citato in un giornale, in un discorso, in una trasmissione televisiva, possono scrivere la frase da verificare nella piattaforma e collaborare a trovare i documenti che ne attestano l’attendibilità.

Factchecking

factchecking.civiclinks.it

Andate, curiosate, iscrivetevi se credete e tra un po’ proviamo a fare un bilancio.

Ne ha parlato anche un articolo del Post:

Internet

Il Fact Checking, in Italia, sul web

di Adolfo Frediani – Fondazione

Un nuovo sito accessibile e utilizzabile da tutti per verificare ogni tipo di notizia (come si dovrebbe fare nei giornali)

27 aprile 2012
Il Male

ilpost.it / nella foto, la famosa falsa copertina del Corriere stampata dal giornale satirico Il Male

C’è una notizia o una dichiarazione, ad esempio questa: l’Antitrust ha chiesto una sospensione di 45 giorni sulla fusione tra Unipol e le società della Famiglia Ligresti. L’AD di Mediobanca Alberto Nagel sostiene che i 45 giorni non faranno slittare la ricapitalizzazione e sono coerenti con l’aumento di capitale fattibile nel mese di giugno.
È vero quanto dichiara Nagel?

Si passa alla verifica, il fact checking vero e proprio. Luca Testoni, direttore del mensile TopLegal e tra i fondatori di EticaNews, ritiene che sia una dichiarazione “molto semplicistica e tranquillizzante” e motiva il suo commento con dati della Borsa Italiana. Testoni per condividere notizia e verifica ha usato un nuovo strumento a disposizione sua e di chiunque voglia mettere in discussione, dati e fonti alla mano, affermazioni ufficiali, articoli, comunicati stampa: la piattaforma di Fact Checking della Fondazione <ahref di Trento che viene presentata ufficialmente sabato al Festival del Giornalismo di Perugia da Sergio Maistrello e Luca De Biase, che di ahref è presidente.

Il fact checking è una pratica che deriva dalla tradizione del giornalismo anglosassone: è un metodo empirico per dimostrare se dichiarazioni e fatti sono attendibili, attraverso la raccolta e il confronto di fonti. La nuova piattaforma di Fondazione <ahref trasforma una pratica professionale in attività critica cooperativa: attraverso il social networking è possibile collaborare con altri lettori o telespettatori per verificare la veridicità dei dati e delle notizie in circolazione. Il meccanismo è molto semplice: ci si registra e si può proporre una notizia o una dichiarazione, citando autore e fonte e mettendola a disposizione della comunità per il fact checking. Oppure si può sottoporre a verifica una notizia proposta da un altro utente, portando dati e fonti a sostegno della percentuale di attendibilità che si vuole attribuire alla notizia.

La piattaforma è ancora in fase di rodaggio ma ha già raccolto alcuni fact checking con le prime valutazioni che vale la pena segnalare: una dichiarazione di Passera sui vantaggi dell’aumento di produzione di idrocarburi e un’inchiesta sull’uso di facebook nelle univerisità (entrambe al momento ritenute vere solo al 25%); un comunicato stampa di Palazzo Chigi (inaffidabile); le rassicurazioni del viceminstro Grilli sullo spread (vere al 75%); un articolo di Sallusti su Boccassini, Berlusconi e bunga bunga (completamente inaffidabile). Questi fact checking sono solo i primi test ma dopo il lancio ufficiale, l’obiettivo è quello di coinvolgere una vasta rete online fatta di singoli cittadini, professionisti, gruppi e associazioni, il pubblico attivo della rete.

Ci piacerebbe ad esempio avere comunità online che collaborino per fare fact checking in tempo reale su dichiarazioni di politici durante trasmissioni televisive o durante una campagna elettorale. Quando la piattaforma sarà a regime si potranno verificare immediatamente le fonti e i personaggi più e meno attendibili nell’ecosistema dell’informazione italiana e i factcheckers più attivi, valorizzati da un meccanismo reputazionale che premia l’uso di fonti verificate e il gradimento della comunità. Non c’è quindi nessun meccanismo autoritario di censura ma un sistema democratico di valorizzazione degli utenti che lavorano in modo coerente con il metodo proposto da <ahref.

Un metodo di lavoro che si basa su un’idea semplice: chi decide di partecipare alla produzione di informazione condivisa sul web si assume una responsabilità e chi partecipa alla piattaforma di fact checking è consapevole dal momento dell’iscrizione dei quattro principi che proponiamo per un’informazione di qualità verificabile: accuratezza, imparzialità, indipendenza, legalità. La speranza di <ahref, che dello sviluppo della qualità dell’informazione in rete ha fatto la propria missione, è che il fact checking e gli altri civic media che sta sviluppando diventino strumenti diffusi e apprezzati dal crescente numero di cittadini che usano la rete per produrre e scambiare informazione.

The Mongoliad: Book One (The Foreworld Saga)

Greg Bear, Erik Bear, Mark Teppo, Neal Stephenson, Joseph Brassey, Cooper Moo, E.D. deBirmingham (2012). The Mongoliad: Book One (The Foreworld Saga). Las Vegas: 47North. 2012. ISBN 9781612182360. Pagine 443. 4,38 €

The Mongoliad

amazon.com

Non stiamo parlando di un libro serio. Stiamo parlando di una fantasia geek di un gruppo di appassionati di armi marziali soprattutto occidentali (e non è una contraddizione in termini). Capita che questi appassionati siano anche autori di libri di fiction e di computer games (l’unico ben noto a me, e di conseguenza a voi affezionati lettori di questo blog, è Neal Stephenson, di cui abbiamo parlato più volte, ad esempio qui, qui e qui) e che quindi, inevitabilmente direi, costruiscano una storia a partire dai loro giochi a fil di spada.

Ne traggono prima un sito, in cui il romanzo si sviluppa interattivamente o quasi: mongoliad.com. Poi il sito diventa un libro, o meglio una serie, il cui secondo volume è annunciato per fine settembre.

Il che fa sì che questo primo volume resti incompiuto come una sinfonia di Schubert o come l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, senza nemmeno la foglia di fico di suggerire una fine provvisoria. Sapremo aspettare.

I paraphernalia offerti dal sito sono abbastanza divertenti (la cosa migliore è l’enciclopedia compilata dai fan) ma del tutto irrilevanti.

Gli stessi autori si prendono in giro, come ben illustra questo finto trailer di Neal Stephenson:

Necessariamente, un romanzo ambientato nel 1241 richiede almeno qualche frase in latino. Ma uno si aspetterebbe che gli errori non siano inevitabili, e che autori tanto perfezionisti da ricreare le scene di combattimento interpellando esperti da tutto il mondo si avvalgano dell’opera di un editor o almeno di un correttore di bozze. E invece no, ed ecco che scappano strafalcioni che ai miei tempi avrebbero meritato un brutto voto:

“Ego audio Domine. Animus humilis igitur sub ptoenti manu Dei est. Mundus sum ego, et absque delicto immaculatus. Verbum vester in me caro et ferrum erit.” [3842]

Ma persino in un romanzo leggero leggero come questo qualche piccola frase memorabile si riesce a trovare:

“Warriors fight, Gansukh; that is their purpose in life. But eventually, there is no one left to fight, and they must learn how to think.” [829]

“There is no justice. Your Christian God looks down on all and sees every sparrow, but cares nothing for the children. He is a god of birds.” [1505]