Dopo oltre 2 anni di disagi, i lavori per il rifacimento della stazione Termini delle linee metropolitane A e B – iniziati il 10 aprile del 2010 – si avviano alla conclusione. Da sabato 12 maggio è stato riaperto uno degli accessi alla linea A. I lavori dovrebbero essere completati entro l’anno.
Questa la descrizione dei lavori che ho trovato sul sito romametropolitane.it (c’è anche una bella brochure in .pdf che potete scaricare qui):
L’adeguamento del nodo di Termini, di corrispondenza tra la Linea A e la Linea B della Metropolitana di Roma, consiste nel miglioramento e potenziamento complessivo delle sue caratteristiche, sia funzionali che prestazionali. L’intervento è compreso [nel] programma predisposto dal Sindaco in qualità di Commissario Delegato per l’emergenza traffico e mobilità. Le opere previste riguardano l’ammodernamento e il potenziamento dell’impiantistica di stazione e di sicurezza, l’eliminazione di tutte le barriere architettoniche, la realizzazione di opere che accrescano la potenzialità di scambio e il miglioramento della distribuzione dei flussi anche ai fini di facilitare l’evacuazione in caso di emergenza, nonché la riqualificazione degli ambienti interni e della sovrastante piazza dei Cinquecento.
Gli obiettivi dell’intervento possono essere così sintetizzati:
- potenziamento, riorganizzazione e razionalizzazione dei percorsi al fine di evitare le congestioni, gli intralci e le conflittualità che oggi si manifestano, particolarmente nel collegamento in uscita dalla Linea A alla Linea B;
- adeguamento alle prescrizioni delle norme sul rischio incendi;
- superamento delle barriere architettoniche e miglioramento delle caratteristiche di accessibilità al servizio, con particolare riguardo agli utenti a ridotta capacità motoria e visiva;
- generale ristrutturazione impiantistica e tecnologica;
- rinnovo delle finiture.
La principale caratteristica funzionale della soluzione progettuale adottata consiste nella separazione dei flussi in ingresso e uscita, mediante la riorganizzazione di tutte le percorrenze interne e soprattutto con la realizzazione di un nuovo percorso di collegamento tra la banchina della Linea A, il piano sottopasso e le banchine della Linea B: vengono così raddoppiati i flussi in uscita dalla Linea A, che dalle simulazioni effettuate risultano l’effettivo aspetto critico fra tutte le percorrenze interne. La realizzazione della nuova galleria è prevista con scavo realizzato in profondità, sotto gli strati archeologicamente fertili. A ciò va aggiunta, sotto il profilo funzionale, la meccanizzazione di tutte le percorrenze interpiano, con inserimento di nuove rampe mobili, sostituzione di quelle esistenti e realizzazione di nuovi ascensori, che permetteranno agli utenti a ridotta capacità motoria di accedere a tutti i livelli del nodo.
Dal punto di vista tecnologico, l’intervento prevede l’istallazione [sic!] di una serie di attrezzature impiantistiche, quali centrali di estrazione fumi, barriere d’aria e impianti di spegnimento, che, unitamente all’utilizzo di materiali ed elementi costruttivi resistenti al fuoco, permette di rispettare pienamente la normativa antincendio vigente. Quanto all’immagine architettonica, lo scopo dell’intervento è di rinnovare le finiture senza però stravolgere l’immagine ormai consolidata, puntando soprattutto su un accorto utilizzo dei materiali, della segnaletica e dei criteri di illuminazione. Pertanto nella Stazione Linea B si è optato per il restauro e la conservazione degli spazi e dei materiali esistenti, mentre nella Stazione Linea A si è optato per la riqualificazione degli spazi e il rinnovo delle finiture, mediante l’impiego di materiali pregiati e di nuova generazione, caratterizzati da ottimo comportamento nei confronti dell’incendio, notevoli proprietà meccaniche nei confronti dell’uso e buona resistenza al vandalismo.
Sono previste inoltre alcune opere di sistemazione dell’area di piazza dei Cinquecento [vi risparmio l’elenco].
Il valore totale dell’investimento ammonta a circa 63 milioni di euro [questo lo lascio perché sarà interessante vedere, a consuntivo, quali siano stati i costi effettivamente sostenuti].

wikipedia.org
Sono sicuro che erano tutti interventi necessari, e rinviati per troppo tempo. In particolare, i percorsi di accesso, d’uscita e di collegamento tra le due linee non erano stati progettati per nulla, o erano stati progettati da un incompetente, con il risultato dello “scontro” tra correnti di traffico che procedono in senso contrario in spazi ristretti.
Epperò già si vedono i limiti dell’intervento attuale. Mi limiterò a quelli che tocco con mano nella mia quotidiana esperienza:
- continua a piovere nei passaggi sotterranei, in particolare nell’uscita dalla banchina della linea B direzione Rebibbia, appena prima della scala mobile;
- la pavimentazione nei classici “bolloni” di gomma sintetica nera, forse giudicati brutti, ma di produzione (e invenzione) italiana e con caratteristiche leggendarie di comfort (spessore e elasticità costanti, per un eccellente comfort durante la camminata; attenuazione efficace del rumore generato dal calpestio; riduzione della scivolosità), durata (resistenza all’usura e all’abrasione, alle bruciature senza segni permanenti e agli agenti chimici e ai prodotti di pulizia, con ridotte esigenze di manutenzione) e sicurezza (oltre a essere dotate di proprietà batteriostatiche e antimicrobiche naturali, in caso d’incendio, i fumi emessi non contengono gas tossici o corrosivi), è stata sostituita con marmettoni di pietra color antracite. Non ne conosco la provenienza e se la cave rispettino criteri ecologicamente sani, ma quel che è certo è che sono scivolosissimi con il bagnato (esperienza condotta di persona!);
- le nuove finiture alle pareti – con “l’impiego di materiali pregiati e di nuova generazione, caratterizzati da ottimo comportamento nei confronti dell’incendio, notevoli proprietà meccaniche nei confronti dell’uso e buona resistenza al vandalismo” – sono pannelli di metallo porcellanato bianco applicati sul rivestimento di travertino esistente: il risultato è che aggiungono alle pareti un ingombro di una quindicina di cm, che riduce ulteriormente il già inadeguato spazio disponibile sulle banchine della linea A, affollatissima ogni mattina. Non voglio sembrare menagramo, ma l’incidente è quotidianamente in agguato.