Ho sempre pensato che il primo significato di questa parola fosse il frutto, e il secondo il dignitario cinese. Forse perché questo è l’ordine in cui io – come immagino la maggior parte di voi – ha appreso i significati di questa parola. Invece scopro oggi che è l’esatto contrario. Una di quelle sorprese che ti illuminano la giornata.
Facciamoci aiutare come al solito dal Vocabolario Treccani:
Termine usato un tempo dagli stranieri per designare i funzionarî civili e militari dell’Impero cinese: la casta dei mandarini. Per estensione, con riferimento ad altri paesi e in senso per lo più spregiatovo, personaggio potente e influente, e in particolare alto funzionario che vorrebbe conservare e far valere a ogni costo i privilegi più esclusivi della sua carica.
Quanto all’etimologia, ci viene dal portoghese mandarim, che l’ha presa in prestito dal malese mantri, che deriva a sua volta dal sanscrito mantrin– «consigliere».

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Il frutto del mandarino è derivato dalla prima accezione, in modo scontato ma curioso (Vocabolario Treccani):
[Probabilmente dalla voce precedente, per allusione al colore giallo oro e alla provenienza dall’Oriente].
- Pianta arbustiva delle rutacee (Citrus deliciosa), proveniente per alcune specie dalla Cina, dalla Cocincina e dalle isole della Sonda, per altre forse dalle isole Mascarene nell’Oceano Indiano, introdotta in Europa nella prima metà del sec. 19° e oggi largamente coltivata nella regione mediterranea per i suoi frutti o, in vaso, come pianta ornamentale: alta non più di 4 m, ha foglie piccole, lanceolate, aromatiche, fiori bianchi, frutti globoso-depressi con buccia sottile e profumata, e polpa gialla, succosa, molto zuccherina, suddivisa in spicchi.
- Il frutto del mandarino, usato fresco per l’alimentazione e anche nella fabbricazione di marmellate e canditi: uno spicchio di mandarino; essenza di mandarino. Olio essenziale di mandarino, liquido giallo dorato, leggermente fluorescente, con odore gradevole, che si estrae per pressatura o sfumatura dalle bucce del mandarino.
Con il che si scopre anche che sono soltanto 200 anni che ci mangiamo questo profumato frutto.

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A questo punto, forse è venuta anche a voi la curiosità di sapere perché l’ibrido di mandarino e arancio si chiama correntemente clementina. Vi prevengo (Vocabolario Treccani):
[Dal francese clémentine, dal nome di un padre Clemente (Clément Rodier – nota mia), che nei primi anni del sec. 20° ne individuò la pianta nella missione di Misserghin presso Orano in Algeria]. – Ibrido di mandarino e di arancio amaro, detto anche mandarancio; è un albero molto simile a quello del mandarino, con sviluppo maggiore e fogliame più ampio e di colore più scuro; il frutto, che matura da novembre a gennaio, ha le dimensioni del mandarino comune, ma forma sferica come una piccolissima arancia, a buccia sottile e polpa dolce.

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