Oggi, molti giornali italiani scrivono che – dopo la lettera al Financial Times di Mario Monti (che si firma in qualità di presidente del consiglio, e non di “candidato premier”, quale che sia il significato di quest’ultima espressione) – il quotidiano inglese avrebbe fatto marcia indietro (Italy’s crucial vote – FT.com).

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A me non pare, né nella forma né nella sostanza.
Non lo ha fatto nella forma, perché l’articolo di ieri era firmato da un editorialista (Wolfgang Münchau) mentre quello di oggi non è firmato e dunque attribuibile alla direzione (avendo avuto occasione di leggere in altre occasioni le opinioni di Münchau, non mi aspetto nessuna sua ritrattazione, né ora né mai).
Non nella sostanza, perché l’editoriale di oggi si limita a mettere in positivo ciò che ieri Münchau giudicava con scetticismo: che i due candidati credibili potenzialmente (Bersani e Monti, perché il giudizio su Berlusconi è negativo al limite dell’irrisione) hanno un mese di tempo per delineare una linea di politica economica credibile. Giudicate da soli:
Pier Luigi Bersani, candidate for the centre-left Democrats, and Mario Monti, who is heading a centrist coalition, both have personal credibility. […]
However, neither leader has yet to set out a convincing economic vision for the country. The Democrat leader has to prove he will not be taken hostage by the leftwing of his party, which opposes reforms to an inefficient labour market. Mr Monti is right to argue for tax cuts but must spell out where he will find the savings needed to deliver them.
With a strong, export-oriented manufacturing sector and a highly educated labour force, Italy has the potential to return to sustainable growth. Mr Monti and Mr Bersani should use next month’s vote to make the case for a fresh start. This will allow voters to make a real choice about Italy’s future.Pier Luigi Bersani, candidato per i Democratici di centro-sinistra, e Mario Monti, che guida la coalizione centrista, hanno entrambi credibilità personale. […]
Tuttavia, nessuno dei due ha ancora delineato una visione economica convincente. Il leader democratico deve provare che non si darà prendere ostaggio dall’ala sinistra del partito, che si oppone alle riforme dell’inefficiente mercato del lavoro italiano. Monti ha ragione a proporre tagli delle tasse ma deve dire chiaramente dove intende operare i risparmi che li renderebbero possibili.
Con un settore manifatturiero forte e orientato alle esportazioni e una forza lavoro altamente istruita, l’Italia ha il potenziale per tornare a una crescita sostenibile. Monti e Bersani dovranno utilizzare il voto del mese prossimo per chiarire da dove intendono ripartire. Soltanto questo permetterà agli eklettori di operare una vera scelta sul futuro dell’Italia. [la traduzione è mia]
Quanto al giudizio su Berlusconi, mi sembra tutt’altro che compassato…
[…] Silvio Berlusconi, the plutocrat-cum-politician who is planning a comeback after taking his country to the edge of the fiscal precipice. Some elements of his election manifesto, such as steep cuts to government spending that would finance a reduction in business taxes, are sensible in principle. But we have heard it all before. In his nine years in power, Mr Berlusconi, the laughing cavalier, promised much but delivered nothing. Italians should not be beguiled again.
[…] Silvio Berlusconi, il plutocrate/politico che medita di tornare al potere dopo aver portato il suo paese sull’orla del precipizio fiscale. Alcuni elementi del suo manifesto elettorale – come la proposta di drastici tagli alla spesa pubblica per finanziare le tasse sulle imprese – sono condivisibili in linea di principio. Ma gliel’abbiamo già sentito dire. In nove anni al governo, Berlusconi, l’ilare cavaliere, ha promesso molto senza mantenere niente. Gli italiani non si devono far abbindolare di nuovo. [la traduzione è mia]

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