Cloud Atlas, il romanzo: un supplemento

Nella speranza che molti di coloro che sono andati a vedere il film siano stati spinti a leggere il romanzo che – lo ripeti – è veramente bello, vi segnalo una nuova recensione che ho scovato sul web:

Ho guardato L’atlante delle nuvole (Frassinelli 2005), per anni, almeno cinque, su una mensola della mia libreria, senza trovare la voglia di aprirlo e leggerlo, forse perché scoraggiato dalla sua palese ambizione di essere un romanzone epocale, oppure perché non ho mai sentito nessuno dire: è un libro importante, bisogna leggerlo per forza. Ed è rimasto sulla mensola, fino a quando, un paio di settimane fa, non ho visto il trailer di Cloud Atlas, mega-kolossal semi-indipendente, tratto appunto dal libro dell’inglese David Mitchell, scritto e diretto dai fratelli Wachowski e da Tom Tykwer, uscito a ottobre negli Stati Uniti e da dopodomani nelle sale italiane. Il lancio del kolossal mi ha fatto ritornare la curiosità. Giudizio sintetico a fine lettura: è un ambiziosissimo romanzone epocale. Ma anche: raggiunge livelli molto alti nella scala del puro piacere di leggere. Strano, ho pensato a lettura ultimata, che se ne sia parlato così poco in questi anni, così tanto poco. Strano non averlo letto fino a oggi. [continuate a leggere qui: L’atlante della letteratura di Cristiano de Majo]

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Naturalmente, a proposito di recensioni, mi farà piacere se avrete voglia di leggere anche la mia, oltre a quelle che pubblica the compleat review e a quelle che ho raccolto con Storify.

Remember this, too: la fine di Guy Fawkes

A tutti i romantici ammiratori del V dell’omonimo film (V per Vendetta) di cui parla Leonardo (Tondelli) in un post del 19 dicembre 2012 (V per vendetta, B per Benigni) – ammiratori nelle cui file naturalmente ci sono anch’io, anche se per il fumetto più che per il film – mi pare opportuno ricordare la fine che fece il Guy Fawkes storico, l’organizzatore della congiura delle polveri del 5 novembre 1605. Nessun giorno è meglio di oggi, perché se il 5 novembre (remember, remember) è la data dell’attentato, tentato e sventato, il 31 gennaio (1606) è la data dell’esecuzione del nostro eroe (che peraltro non era per nulla un anarchico e meno che mai un hacker, ma un estremista cattolico).

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Naturalmente, Fawkes non fu giustiziato subito. Eravamo in Inghilterra, in fine dei conti, patria della magna charta e dell’habeas corpus: Fawkes ebbe un regolare processo. Oddio, diciamo che ebbe un processo.

Prima però fu torturato. All’inizio soltanto un po’, perché lo stesso re Giacomo I, presente al primo sommario interrogatorio di Fawkes – che era stato colto letteralmente con le mani nel sacco –, ne aveva ammirato quella che egli stasso definì «a Roman resolution». Alla domanda di spiegare a qual fine fosse in possesso di una così ingente quantità di esplosivo (oltre che di fiammiferi e innesco), Fawkes rispose infatti (pare): «to blow you Scotch beggars back to your native mountains.»

L’ammirazione del re non gli impedì di autorizzare la tortura (che era vietata, a meno che fosse richiesta esplicitamente dal monarca). Già in una lettera del 6 novembre, Giacomo I ne autorizzò il ricorso, prevedendone una sorta di escalation: «the gentler Tortures are to be first used unto him et sic per gradus ad ima tenditur». Il re formulò anche una lista di quesiti da sottoporre al congiurato.

Le torture non dovevano poi essere così gentili, o forse il gradus non era stato abbastanza graduale, perché Fawkes abbandonò ben presto il suo atteggiamento spavaldo e il 9 novembre firmò la sua confessione. Doveva essere piuttosto scosso: ne fa fede lo scarabocchio tremolante che appose in calce alla confessione (nella parte superiore dell’immagine sottostante), rispetto alla sua firma usuale (nella parte inferiore).

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Il processo ebbe inizio il 27 gennaio 1606 e si concluse subito con la condanna di Guy Fawkes e di altri 7 congiurati. Fawkes si dichiarò innocente, ma fu egualmente condannato per alto tradimento. La condanna fu eseguita il 31 gennaio.

Dal 1351, la pena per alto tradimento (to be drawn, hanged and quartered) era particolarmente crudele e spettacolare: il condannato veniva legato su una tavola di legno o un pezzo di staccionata e trascinato a testa in giù da un cavallo dalla prigione al luogo d’esecuzione (nel caso di Fawkes dalla Torre di Londra all’Old Palace Yard di Westminster), poi impiccato fino quasi al soffocamento, castrato, sbudellato e decapitato. A questo punto il cadavere veniva tagliato in 4 pezzi (squartato), inviati ai 4 angoli del regno come monito alla popolazione ed esposti alle intemperie e all’azione degli animali. Se avete visto Braveheart e non avete chiuso gli occhi per l’orrore, un’idea del supplizio dovreste avercela.

Tanto per aggiungere una bella dose di sadismo, Fawkes fu costretto ad assistere all’esecuzione di tre suoi compagni prima di lui. Salito per ultimo sulla forca, riuscì a saltare con il cappio al collo, morendo subito ed evitando la restante, cruenta parte del supplizio. Fu nondimeno squartato ed esposto ai 4 angoli del regno.

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