Un concerto di Peter Gabriel è sempre un evento, per la qualità del musicista e dei gruppi che riesce a mettere insieme, ma anche per la cura della musica, degli arrangiamenti e dello spettacolo. Per me è stata la quarta volta, e prometto di raccontarvi le altre occasioni e anche di come sono diventato, assai tardivamente, un ammiratore di PG (si dice così, ma non esprime bene il mio rapporto con l’uomo e la sua musica).

bp.blogspot.com
Avevo un’occasione speciale da festeggiare e per questo ho comprato, per me e mia moglie, un pacchetto vip. Il che, in parole povere, significa che arriviamo al Forum di Assago quasi 6 ore prima del concerto e assistiamo alle prove e al sound-check. Saremo stati in 40, seduti su 5 file di sedie a ridosso del palco. L’acustica non era certo delle migliori (un palazzetto dello sport di cemento, quando è vuoto, rimbomba di echi soprattutto sulle frequenze più alte, rimandando alle tue spalle una sorta di bordone metallico) ma il processo delle prove è davvero interessante, non poi così diverso (per chi ha avuto occasione di seguirle) dalle prove di un concerto classico, con il direttore che spiega che cosa vuole esattamente e che cosa si può migliorare. Il resto – le photo-opportunity alla fine del sound-check e una specie di happy hour nella saletta vip – si può tranquillamente dimenticare.