Tre mesi fa ho raccontato su questo blog (Quando la stupidità incontra la paranoia) dei primi, tragicomici passi della raccolta differenziata porta a porta all’Eur. Qualcuno, forse, è curioso di sapere come sta andando.
In breve, così (ci hanno spiegato fino alla noia che un’immagine vale più di mille parole):
Di chi la responsabilità?
In parte dell’AMA (l’azienda che gestisce la raccolta rifiuti a Roma), che ha spesso sottodimensionato la capienza dei contenitori rispetto al numero degli appartamenti e della produzione pro capite di monnezza, e che comunque non rispetta i calendari di ritiro che si è data. Certamente, il malumore di chi proprio in questi giorni paga la nuova TARES in aggiunta ai consueti ratei versati all’AMA mi sembra più che giustificato.
In parte, alla maleducazione dei residenti all’Eur, che buttano i loro rifiuti dove capita oppure – e chissà perché questo dovrebbe essere meno maleducato – vicino alle campane del vetro. Con grande gioia dei gabbiani, delle cornacchie e delle pantegane.
Si possono separare le responsabilità, decidendo la quota di ognuno? Forse, ma mi sembra un esercizio inane.
Dura lotta, si potrebbe dire. Lotta senza quartiere.
Soltanto che il quartiere c’è, ed è quello dove abito io.
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