L’apprendimento permanente e il porno

Secondo Wikipedia, l’apprendimento permanente (o life-long learning)

è un processo individuale intenzionale che mira all’acquisizione di ruoli e competenze e che comporta un cambiamento relativamente stabile nel tempo. Tale processo ha come scopo quello di modificare o sostituire un apprendimento non più adeguato rispetto ai nuovi bisogni sociali o lavorativi, in campo professionale o personale.
Con il termine life-long learning si intende l’educazione durante tutto l’arco della vita, dalla vita alla morte, quell’educazione che inizia ancor prima della scuola e si prolunga fin dopo il pensionamento.

Lo so che lo sapevate, ma portate ancora un po’ di pazienza. Ho bisogno di un’altra premessa.

AlterNet è una rivista online statunitense (e anche una comunità di utenti-produttori, i famigerati pro-sumers) di forte orientamento democratico e liberal, attiva fin dal 1998. Vanta quasi 4 milioni di visite al mese. Loro stessi si presentano così:

AlterNet is an award-winning news magazine and online community that creates original journalism and amplifies the best of hundreds of other independent media sources. AlterNet’s aim is to inspire action and advocacy on the environment, human rights and civil liberties, social justice, media, health care issues, and more. Since its inception in 1998, AlterNet.org has grown dramatically to keep pace with the public demand for independent news. We provide free online content to millions of readers, serving as a reliable filter, keeping our vast audience well-informed and engaged, helping them to navigate a culture of information overload and providing an alternative to the commercial media onslaught. Our aim is to stimulate, inform, and instigate.

Bene, adesso avete tutti gli elementi che vi servono. AlterNet ha pubblicato ieri, 26 marzo 2012, un articolo sulla pornografia negli USA (The Absurd Myths Porn Teaches Us About Sex | | AlterNet) – il tema è d’attualità negli Stati Uniti, dove la lotta alla pornografia e l’attribuzione di ogni male sociale al suo presunto dilagare soprattutto tra i giovani è un cavallo di battaglia dei candidati repubblicani – in cui si presenta questa singolare tesi:

Alan McKee, an Australian university professor and pornography researcher, tells AlterNet, “Pornography is good at teaching lifelong learning, open communication, that sexual development should not be aggressive, coercive, or joyless, self-acceptance, awareness and acceptance that sex is pleasurable, and competence in mediated sexuality.”

news.qut.edu.au / Alan McKee

Il professor McKee non è nuovo a queste posizioni. Alcuni anni fa ha pubblicato un articolo [McKee, Alan (2007). “Positive and negative effects of pornography as attributed by consumers“. Australian Journal of Communication 34(1):pp. 87-104.] che presentava i risultati di un’indagine volta ad accertare gli (eventuali) effetti del consumo di pornografia sulle attitudini sessuali e il loro segno. Dei 1023 consumatori australiani che hanno compilato il questionario, il 58,8% ha dichiarato di avere riscontrato effetti positivi o molto positivi, il 6,8% effetti negativi o molto negativi, mentre il 34,6% ha affermato di non non aver notato alcun effetto. Tra gli effetti positivi (in ordine decrescente di segnalazione): l’essere meno repressi; l’essere più aperti; l’essere più tolleranti della sessualità altrui; provare piacere (al 4° posto?!); apprendere cose nuove; sostenere l’interesse sessuale in una relazione di lungo termine; imparare a essere più attenti alle esigenze del partner; aiutare a trovare un’identità o una comunità; aiutare a parlare con il/la partner di sesso. Tra gli effetti negativi più citati: la reificazione delle persone e dei rapporti; la creazione di aspettative sessuali non realistiche; problemi di coppia; caduta del desiderio; dipendenza.

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