Russia, tiene in casa il marito morto per anni

Il marito era morto per cause naturali nel 2009, ma la moglie – una devota cristiana pentecostale – lo aveva deposto su un letto in una stanza del loro appartamento, nella convinzione che sarebbe resuscitato da un giorno all’altro.

Per accelerare il lieto scioglimento della vicenda, invitava i 5 figli ad andarlo a trovare, parlandogli e dandogli da mangiare e da bere.

Nel luglio di quest’anno la famiglia ha traslocato in un altro appartamento e 2 dei figli ne hanno approfittato per infilare il cadavere del padre in un sacco della spazzatura e gettarlo nel cassonetto.

La polizia ha prontamente aperto un’inchiesta, giungendo alle conclusioni pubblicate oggi dall’Associated Press.

La notizio l’ho trovata qui: Weird news: Russian woman kept dead husband’s body for years – Salon.com.

Il caro è stinto

media.salon.com / Credit: Robert Hoetink

MOSCOW — Russian authorities say a woman with five children kept her husband’s body in their apartment for almost three years after his death.

Prosecutors in the central Yaroslavl region said the unidentified woman, described as a devout Pentecostal Christian with a psychiatric record, was so distraught when her husband died of natural causes in 2009 that she believed he “was bound to resurrect.”

An investigation was opened after the body was found in a dumpster in a plastic bag in July.

The prosecutors’ office said Monday that the woman kept the cadaver in a bed in a room of her apartment and asked her children to talk to it and feed it.

The office says two children decided to dispose of the body when the family moved to another apartment.

Pergamena

Partiamo come al solito dal Vocabolario Treccani, anche se questa volta non si tratta di una parola tanto inconsueta:

  1. Pelle di agnello (ma anche di pecora, capra, vitello, ecc.) che, dopo accurato lavaggio e dopo essere stata liberata dal pelo, viene resa morbida mediante immersione in una soluzione di acqua e calce, quindi scarnata e infine sbiancata con ammoniaca e acqua ossigenata: mantenuta tesa su un telaio, viene fatta essiccare e inoltre, nel caso di pelli di agnello e di agnellone, rifinita sia dalla parte interna (carne) con la scarnitura, sia dalla parte esterna (fiore) con la raschiatura, eseguite con appositi strumenti; in quanto pelle non conciata, a differenza del cuoio, presenta la rigidità e la consistenza della carta grazie all’allineamento delle fibre di collagene in strati, dovuto al processo di essiccatura sotto tensione. Detta anche cartapecora, fu adoperata sin dal tempo degli antichi Egizî e ha costituito per molti secoli la materia scrittoria più pregiata e durevole fino all’avvento della carta, che, a partire dal 13° sec., l’ha gradatamente soppiantata; attualmente si usa nell’industria degli strumenti musicali, in legatoria, per diplomi di laurea, e nella fabbricazione di scatole, astucci, paralumi: un libro, un codice in (o di) pergamena; un volume legato in tutta p., in mezza p.; falsa p., p. artificiale (o cartapecora vegetale), lo stesso che carta pergamenata (v. pergamenato).
  2. per estensione:
    a. Documento, codice, manoscritto e sim. scritto su pergamena: ricercare, studiare le vecchie pergamene; gli donarono per ricordo una p. miniata.
    b. Cartoccio di cartapecora con cui si copre il lino sulla conocchia.
Fabbricazione della pergamena

wikimedia.org/wikipedia/commons

Immaginavo che la parola avesse a che fare con il regno di Pergamo, da qualche parte in Asia Minore in epoca ellenistica e romana, ma non sapevo molto di più. Né ero mai stato abbastanza curioso da andarlo a cercare.

L’ho scoperto oggi e ve ne metto a parte.

Racconta Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia come Eumene II, re di Pergamo tra il 197 e il 158 AC, intendesse incrementare la propria biblioteca fino a farle superare quella di Alessandria e avesse, a tal scopo, ordinato una enorme partita di papiro dalle rive del Nilo. Ma Tolomeo, re d’Egitto, ne vietò l’esportazione, volendo preservare il primato di Alessandria, Eumene non si rassegnò e chiese ai suoi tecnici di escogitare un’alternativa. Il nuovo materiale prese il nome del luogo dove era stato inventato.

Probabilmente la ricostruzione di Plinio è falsa, nell’aneddoto storico e nella sua datazione, anche se il materiale fu probabilmente inventato da quelle parti, ancorché molti secoli prima.

Pergamena

wikimedia.org/wikipedia/commons

Io la storia l’ho trovata su un libro che sto leggendo, A History of Reading di Steven Roger Fischer:

Pliny the Elder (AD 23–79) tells how Eumenes II (ruled 197–158 BC) of Greek Pergamum in Asia Minor, wishing to establish a library to rival the Library of Alexandria, ordered a shipment of papyrus from the Nile. But King Ptolemy of Egypt forbade its export, desirous to ensure the Library of Alexandria’s pre-eminence as the world’s repository of knowledge. Forced to find an alternative, Eumenes ordered his experts to create a new writing material, then, for his library. Whereupon these Eastern Greeks soon perfected a technique of thinly stretching and drying the skin of sheep and goats. The final product of this process eventually became the primary vehicle of a new world faith and the medium of an entire epoch – parchment. [1395]

Scopro ora con raccapriccio che l’edizione della Storia naturale di Plinio che ritenevo di possedere nella sua interezza (I Millenni Einaudi, testo latino e traduzione italiana a fronte) è mutila proprio del volume III, tomo 1, in cui è raccontata la storia di Eumene. That sinking feeling…