Romania e musica (2)

Per motivi che ignoro (posso fare qualche ipotesi, ma è così fragile che non mi sembra il caso di esporla), la capacità di fare, concepire, suonare buona musica non è equidistribuita sul globo terrestre. Noi viviamo in un Paese, l’Italia, universalmente considerato musicale, da Monteverdi a Verdi alla canzone napoletana. In Occidente, la Germania gode di fama analoga, almeno in ambito “colto”. Nell’ambito delle musiche popolari e tradizionali, secondo me due Paesi stanno al di sopra di tutti gli altri per originalità, quantità e qualità della loro produzione musicale: il Mali (e ne parleremo qualche altra volta) e la Romania.

All’inizio del 1900, Bela Bartok (che era nato in quella parte di Ungheria che divenne Romania dopo la prima guerra mondiale) batté per oltre vent’anni le campagne ungheresi e romene raccogliendo testimonianze e materiali etnomusicologici (oltre 6.000 brani) che, in parte, incorporò nelle sue composizioni. Ne sono un esempio le danze rumene per pianoforte (ma ne esiste una trascrizione per pianoforte e violino), composte nel 1915 a partire da melodie raccolte tra il 1910 e il 1912 a Maros-Torda, Bihar, Torda-Aranyos e Torontal. Adesso, i Taraf de Haidouks – una banda di lautari, o anche (questo significa il loro nome) di banditi gentiluomini – chiudono il cerchio, reinterpretando con i modi della musica popolare la musica colta di ispirazione popolare di Bartok.

Il disco dei Taraf de Haidouks merita una recensione più ampia, che mi riprometto di fare. Ma in questi giorni di vergognoso razzismo diretto contro i rumeni e in particolare i Rom, mi sembra doveroso un omaggio alla loro grandezza.

Ascoltate:

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La colonna sonora dell’incontro d’amore ideale (1)

Cominciamo una nuova rubrica: brani musicali che potrebbero essere (a parer mio) la colonna sonora dell’incontro d’amore ideale.

Iniziamo da un brano relativamente poco noto: il 3° movimento (Notturno: andante) dal Quartetto d’archi n. 2 di Alexander Borodin.

Borodin (1833-1887) era un musicista dilettante, che di mestiere faceva il professore di chimica all’università. Musicalmente, faceva parte di un gruppo di musicisti “nazionalisti” russi (nazionalisti nel senso che volevano far emergere nella loro musica elementi folklorici e nazionali) noto come il Gruppo dei cinque (Balakirev, Rimsky-Korsakov, Mussorgsky e Cui, oltre a Borodin). La sua composizione più famosa sono le Danze polovesiane tratte dall’opera Il principe Igor: famosa perché in un musical di Broadway del 1953, Kismet, una delle melodie divenne la nota canzone Stranger in Paradise.

Il Quartetto d’archi da cui è estratto questo terzo movimento fu scritto nel 1881, pare in occasione del ventesimo anniversario dell’incontro di Borodin con la moglie Ekaterina. Per quanto irrilevante sotto il profilo musicale, mi piace pensare che si tratti fin dalla sua ispirazione di un canto d’amore.

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Colours – Donovan

Donovan non è stato un genio, né un pilastro della canzone (gli inglesi cercavano di venderlo come la risposta nazionale a Bob Dylan, figuratevi) e questa canzone non è un capolavoro.

Però è una canzone semplice e delicata, che ha il potere di rendere radioso un mattino. Provate a cantarla a piena voce. Coraggio. Vi metto anche le parole.

Qui Donovan la canta e suona con il grande (ma questa è un’altra storia) Pete Seeger al banjo. Se non riuscite a vederlo qui sotto, andate su YouTube, ne vale la pena.

Yellow is the colour of my true love’s hair
In the mornin’ when we rise,
In the mornin’ when we rise,
That’s the time, that’s the time,
I love the best.
Green’s the colour of the sparklin’ corn
In the mornin’ when we rise,
In the mornin’ when we rise.
in the mornin’ when we rise.
That’s the time, that’s the time
I love the best.
Blue’s the colour of the sky
In the mornin’ when we rise,
In the mornin’ when we rise.
in the mornin’ when we rise.
That’s the time, that’s the time
I love the best.
Mellow is the feeling that I get
when I see her, mm hmm,
when I see her, uh huh.
That’s the time, that’s the time
I love the best.
Freedom is a word I rarely use
Without thinkin’, mm hmm,
Without thinkin’, mm hmm,
Of the time, of the time
When I’ve been loved.

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