7 novembre – Ottobre!

90 anni fa aveva inizio un grande e indubbiamente coraggioso esperimento sociale. È andato a finir male, probabilmente da subito, o quasi. Alcuni dicono che il tribunale della storia è ancora in camera di consiglio. Temo che la condanna sia definitiva, si discute sulle eventuali attenuanti.

Il film girato per il decimo anniversario da Sergei Eisenstein non l’ho trovato. Accontentativi di un frammento. Notate il montaggio (praticamente un’invenzione di Eisenstein). Le musiche (aggiunte) sono di Dmitri Shostakovitch.

La colonna sonora dell’incontro d’amore ideale (2)

Penso che tutti sappiano chi era Tchaikovsky (1840-1893), non fosse che per lo Schiaccianoci e per il celeberrimo Concerto per pianoforte. Ha fama di essere un musicista facile e adatto a un pubblico di bocca buona, ma vi assicuro che è stato un grande. È nota anche la sua tormentata vita sessuale, che alla fine lo condusse al suicidio, per un film di Ken Russell (mi pare che il titolo italiano fosse L’altra faccia dell’amore).

Il brano scelto per la colonna sonora dell’incontro d’amore ideale è l’Andante cantabile (secondo movimento) del suo 1° Quartetto per archi, in re maggiore. Si racconta che il giovane Tchaikovsky facesse la fame con lo stipendio di insegnate al Conservatorio di Mosca. Per raggranellare un po’ di quattrini, nel 1871 organizzò un concerto in cui presentò, tra l’altro, il Quartetto, composto per l’occasione. Il secondo movimento – che spesso si ascolta anche in una versione per orchestra d’archi – ha due temi: il primo è tratto da una canzone popolare russa che Tchaikovsky aveva appreso da un falegname di Kamenka; il secondo è un tema originale cantato dal violino su un tappeto pizzicato di note discendenti del violoncello.

L’esecuzione che sentiamo qui è forse la migliore, quella del Quartetto Borodin:

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6 novembre 2007 – Marc Ribot

Sala Petrassi, Auditorium Parco della musica.

Eravamo davvero pochi, per il concerto di un chitarrista straordinario.

Concerto sconcertante, se mi permettete il bisticcio. Ribot l’avevo sentito due volte qualche mese fa, nei concerti Masada di John Zorn, con il trio Asmodeus e con Electric Masada, di cui ho doverosamente riferito.

Da solo, è in parte completamente diverso, se mi posso esprimere così. Suona completamente assorto (e questo lo fa anche in gruppo, sfiorando l’autismo), ma da solo l’effetto è più straniante, perché devi fare uno sforzo continuo per non perdere il filo del suo pensiero musicale. Tecnicamente è certamente molto preparato (affiora una preparazione classica), ma non sono infrequenti le “sporcizie” soprattutto ritmiche, non so se volute per accentuare un intento “espressionistico” o messe in conto per non perdere di vista il filo dell’improvvisazione. Alterna acustica ed elettrica, ma dell’elettrica ci tiene a far sentire il suono “della corda”, avvicinando il microfono.

Il meglio, forse, è che giudichiate da soli. Un esempio acustico:

E uno elettrico:

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