La notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 i nazisti organizzarono un pogrom antisemita in tutto il Reich: càpita a fagiolo nella discussione che stiamo facendo su rumeni e Rom nell’Italia di oggi.
L’evento è noto come Kristallnacht, la notte dei cristalli perché furono sistematicamente distrutte le vetrine di 8.000 negozi gestiti da ebrei (che ovviamente vennero anche saccheggiati) e moltissime abitazioni. All’attività parteciparono, oltre alle milizie del partito nazista (SS ed SA), anche numerosi “normali cittadini”.
Secondo il bilancio di Heydrich, il capo delle SS: 191 sinagoghe furono distrutte e 76 rase al suolo; 100.000 ebrei furono arrestati; 815 negozi distrutti. Furono arrestati per saccheggio anche 174 cittadini tedeschi.
Le cifre accertate dagli storici parlano della distruzione o del danneggiamento di 1.574 sinagoghe in Germania e di 94 in Austria; della dissacrazione di quasi tutti i cimiteri; della distruzione e del saccheggio di 7.000 negozi e di 29 grandi magazzini. 91 ebrei furono uccisi, molti altri si suicidarono. 30.000 vennero avviati ai campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen: si stima che tra i 2.000 e i 2.500 morirono nel periodo immediatamente successivo.
La comunità ebraica fu obbligata al pagamento di una multa di 1.000.000 di marchi. Altri 4.000.000 furono necessari per riparare i danni.
Hugh Carleton Greene, giornalista del Daily Telegraph , mandò questa corrispondenza da Berlino:
Mob law ruled in Berlin throughout the afternoon and evening and hordes of hooligans indulged in an orgy of destruction. I have seen several anti-Jewish outbreaks in Germany during the last five years, but never anything as nauseating as this. Racial hatred and hysteria seemed to have taken complete hold of otherwise decent people. I saw fashionably dressed women clapping their hands and screaming with glee, while respectable middle-class mothers held up their babies to see the “fun”.
Non pensiamo, quindi, di chiamarci fuori con una levata di spalle. Siamo già vittime di una sconsiderata propaganda anti-rumena da parte degli organi di stampa e della televisione. Ad applaudire alla distruzione delle baracche rumene (come se fosse una loro scelta quella di vivere in condizioni subumane) manca veramente poco.


venerdì, 30 novembre 2007 alle 11:27
Lego a questo tuo post il mio commento che però tocca anche gli altri tuoi post sui Rom.
In un articolo comparso su L’Unità il 10 novembre dal titolo “Insulti e memoria” Moni Ovadia ricorda che gli zingari sono morti con gli ebrei nei lager nazifascisti.
Mi ha riportato alla mente una poesia di Erri De Luca in cui all’orrore del lager fa da contrappunto la forza della musica.
Zingari, un estate
Dalle baracche del Zigeuner Camp vedevamo gli ebrei
colonne incamminate a diventare colonne verticali
di fumo diritto al cielo, erano lievi
andavano a gonfiare gli occhi e il naso
del loro Dio affacciato.
Noi non fummo leggeri.
La cenere dei corpi degli zingari
non riusciva ad alzarsi al cielo di Alta Slesia.
In piena estate diventammo nebbia corallina.
Ci tratteneva in basso la musica suonata e stracantata
intorno ai fuochi degli accampamenti,
siepe di fisarmoniche e di danza,
la musica inventata ogni sera del mondo
non ci lasciava andare
Noi che suonammo senza uno spartito, fummo chiusi
dietro le righe a pentagramma del filo spinato.
Noi zingari di Europa, di cenere pesante
Senza distinazione di oltre vita
da nessun Dio chiamati a sua testimonianza
estranei per istinto al sacrificio
bruciammo senza l’odore di santità
senza residui organici di una pietà seguente,
bruciammo tutti interi, chitarre con le corde di budello.
venerdì, 23 Maggio 2008 alle 19:01
[…] la distanza che ci consentono la storia (ad esempio, nei confronti della “notte dei cristalli” e della propaganda antisemita della Germania nazista) o la geografia (come nel caso della […]