Mi sono già interrogato altre volte su come nasce una canzone capolavoro (ancora non me la sento di cimentarmi con elucubrazioni su come nasca un capolavoro in generale). Me lo sono chiesto, ad esempio, a proposito di Grace di Jeff Buckley che, per quanto bravo, non ha mai fatto, né prima né dopo, una cosa così bella. Anche Two Step di Dave Matthews – che invece è un capitano di lungo corso con molta buona musica al suo attivo – è così: una supernova in una galassia di stelle di tutte le grandezze. la cui luminosità impallidisce in presenza di un brano dolce e trascinante.
Ancor più di Dave Matthews, Jack Bruce è un musicista di lunghissimo corso. Attivo dal 1962 (bassista del Blues Incorporated di Alexis Korner), è famoso soprattutto per essere stato il bassista, la voce e il compositore dei Cream, con Eric Clapton e Ginger Baker. Nei 2 anni in cui i Cream esistettero, Bruce scrisse brani come White Room e Sunshine of Your Love. Negli anni successivi, e fino a oggi, Jack Bruce ha inanellato collaborazioni e buona musica. Seguito da pochi fan e in una relativa oscurità. Ma per me questa Ships in the Night è una delle canzoni più belle e “classiche” che io conosca. La voce femminile è quella di Maggie Reilly e l’assolo di chitarra (bellissimo) che inizia intorno a 3’20” è di Eric Clapton (che suona insieme a Bruce anche in un altro paio di brani dell’album, SomethinELS, per la prima volta dopo gli anni dei Cream).
Ships in the night
Searching for day
Beckoning lips
So far away
Shadows adrift
Hiding from light
Ships in the night
Sometimes you feel
Then again you can’t
Morning comes down
Soon after the dance
Time slowly drowns
Streets so unreal
Needing to healHarbours of love
Shining so calm
Far beyond pain
Outside of harm
Why must we move
Into the rain
Again . . .
Ships in the night
Riding the waves
Yesterday slips
Into the haze
Memories ripped
Sliding from sight
Ships in the nightMaybe you win,
Maybe you lose
Future seems like
Just another ruse
Sirens invite
Us to begin
Come right on inHarbours of love
Shining so calm
Far beyond pain
Outside of harm
Why must we move
Out of the sun
Into the rain
Again . . .
Questa è una versione dal vivo, incisa nel 1993. L’assolo di chitarra, che inizia intorno a 3’40”, più “sofferto” di quello della versione in studio ma (secondo me) altrettanto bello, è di David “Clem” Clempson (ex Colosseum e Humble Pie: ma qualcuno se ne ricorda ancora, di questi gruppi di blues-rock inglese? Forse Mauro Pagani e il suo amico Sonny …).
martedì, 28 ottobre 2014 alle 18:20
[…] Ne ho parlato su questo blog, sia a proposito del suo concerto del 25 luglio 2009, sia a proposito di una sua canzone capolavoro, Ships in the Night. […]