Lo sbadiglio di Geronimo

Il grande capo indiano (stavo per scrivere “leggendario”, ma si tratta di un personaggio storico) Geronimo (16 giugno 1829-17 febbraio 1909: abbastanza longevo per l’epoca e per la professione!) non si chiamava veramente così e non era neppure un capo tribù.

Originariamente uno sciamano, divenne guerriero (nella banda di Kociss, Coltello) e successivamente leader in proprio dopo che i messicani gli avevano sterminato moglie figli e madre in un attacco notturno al villaggio (6 maggio 1858). Combatté messicani e statunitensi per quasi 30 anni, fino alla sua cattura nel 1886. Prigioniero di guerra, abbandonò la religione dei suoi padri e si convertì al cristianesimo. Il che non gli impedì di sposare la nona moglie, Azul, nel 1907.

Geronimo

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Geronimo era un soprannome datogli dai messicani (probabilmente come invocazione all’omonimo santo dettata dal terrore).

In realtà il suo nome era Goyaałé o Goyathlay o Goyahkla: in lingua Mescalero-Chirichaua, Colui che sbadiglia.

Come dire: nulla è più temibile dell’ira giustificata delle persone tranquille.

Geronimo è anche il grido dei paracadutisti americani quando saltano dall’aereo.

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3 Risposte to “Lo sbadiglio di Geronimo”

  1. Lolo Says:

    Ho due commenti da fare. Il primo è relativo all’apertura del post: l’espressione “grande capo indiano” ricorda l’omologo italiano “Estiqaatsi” noto ai radioascoltatori.
    Il secondo si riferisce al significato del nome indiano di Geronimo: il fumettista Don Rosa ne parla nella storia di Zio Paperone “Il vigilante di Pizen Bluff” (http://coa.inducks.org/story.php?c=D+96089). Mentre esamina il contenuto di un baule pieno di cimeli con i nipotini Qui, Quo e Qua, Paperone ricorda di quando in Arizona incontra dopo tanti anni lo zio “Mani Buche” De’ Paperoni in una rappresentazione del Circo Barnum. Tra i figuranti c’è un vecchio indiano, nientemeno che Gokhlayeh, “Colui-che-sbadiglia”, di cui tutti però ignorano, tranne il papero, il nome occidentale. Paperone e il gruppo del Barnum si lanciano all’inseguimento dei fratelli Dalton, che hanno rubato la cassaforte dell’imprenditore. Lo zio “Mani Buche” ironizza più volte sul significato del nome di Gokhlayeh, ma è soltanto alla fine della storia che Paperone lo rivela ad effetto nel momento clou della cattura dei malviventi (infatti grida: “Geronimooooo!!!) svelando così l’identità del pellerossa.

    • borislimpopo Says:

      Ho riletto la storia ieri sera (è sul n° 103 di Zio Paperone, del 1998) e in effetti è bellissima. Vi suggerisco di leggerla o rileggerla. Aggiungo soltanto che Paperone grida “Geronimooooo!!!” al momento della cattura dei malviventi nel saloon anche perché vi entra con il cavallo (anzi la cavalla) dal tetto, “paracadutandosi” sui malcapitati.

      • borislimpopo Says:

        A proposito: naturalmente è vero che Geronimo da vecchio si è esibito (o è stato esibito) al circo: dubitavate forse della meticolosità di Don Rosa?
        Naturalmente, è anche storicamente vero (Don Rosa vi accenna nei dialoghi) che il Censimento del 1890 annunciò che la Frontiera degli Stati Uniti non esisteva più e che il Census Bureau non avrebbe più tenuto traccia della migrazione verso ovest della popolazione [Porter, Robert; Gannett, Henry; Hunt, William (1895). “Progress of the Nation”, in “Report on Population of the United States at the Eleventh Census: 1890, Part 1”. Bureau of the Census. pp. xviii-xxxiv.– citato in http://en.wikipedia.org/wiki/1890_United_States_Census#cite_note-5%5D


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