Tristan und Isolde

Oggi, domenica 17 agosto 2008, dalle 14:30 alle 18:50 circa, RaiTre ha trasmesso il Tristan und Isolde che ha inaugurato la scorsa stagione scaligera. Penso che la mia predilezione per questo capolavoro sia già nota a chi segue questo blog: ne abbiamo parlato in occasione dell’anniversario della prima esecuzione, parlando della colonna sonora dell’incontro d’amore ideale, e persino dell’anniversario della nascita di Birgit Nilsson.

Naturalmente, ho 3 rimostranze da fare:

  1. Peccato che la musica bella, ma considerata difficile, sia confinata sulla cenerentola delle reti nazionali in una domenica pomeriggio di metà agosto. Sarei curioso di conoscere lo share. Mia unica speranza è che qualcuno ci sia capitato per caso e sia rimasto ipnotizzato dalla bellezza della musica e delle immagini.
  2. Perché mostrarci l’arrivo alla prima del presidente della Repubblica? Perché farci vedere che ospitava nel palco reale non so quale sceicco o emiro? Perché farci sentire l’inno di Mameli, soprattutto? Mica giocava la nazionale italiana! OK, la Scala è italiana. Però si eseguiva l’opera di un compositore tedesco, con un direttore nato a Buenos Aires da genitori russi di origini ebraiche (e con nazionalità israeliana), un regista francese, un cast internazionale (i ruoli principali affidati a una tedesca e un inglese). Ma soprattutto, la musica è senza confini. Lasciatemi almeno l’internazionalismo della musica.
  3. Il Preludio, un brano celebre e bellissimo, un pilastro nella storia della musica, utilizzato come colonna sonora dei titoli di testa (potete controllare su YouTube). Ridicolo e vergognoso.

Finite le lamentele. A parte queste tutto sommato sopportabili pecche, è stato un pomeriggio bellissimo ed emozionante. La regia di Patrice Chéreau l’ho trovata bellissima (anche se un po’ incongrua: una nave con i muri di mattoni?). Bravissima, come attrice, oltre che come cantante, Waltraud Meier. Alla fine del Liebestod ero commosso fino alle lacrime.

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